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Edizione provinciale di Udine


CIVIFORM - Blanc e Neri esempio di integrazione

La squadra di ragazzi stranieri del centro di formazione e accoglienza della città ducale partecipa con buoni risultati al torneo Match Ball di calcio a 6 amatoriale. Punto di partenza dei tanti giovani per altre realtà calcistiche giovanili, ma anche in un futuro contesto lavorativo. Alla base del progetto il connubio tra formazione e sport



In quel di Togliano di Torreano, a quattro passi da Campeglio, una realtà calcistica amatoriale, il Blanc e Neri, si sta ben comportando al torneo di calcio a 6 "Matchball Elite", che si svolge ormai da diversi anni. A raccontare la vicende della squadra è il responsabile tecnico Emanuel Toma: “Rispetto alla stagione scorsa, nella quale puntavamo sulla qualità con l’obiettivo di creare una squadra per combattere nel cercare di vincere il campionato, quest’anno la squadra è molto più coesa, ma forse meno competitiva, come dimostra la classifica che ci vede attualmente terzi. La speranza è di tornare a livelli migliori sin dalla prossima edizione”.

Peculiarità della squadra sono le diverse etnie che raggruppa.
“L’attività è iniziata tre anni fa quasi per gioco, poi ne abbiamo gettato le basi e raggruppato diversi ragazzi di varie provenienze geografiche. Da ciò ne deriva anche la denominazione Blanc e Neri, anche se quest’anno siamo soltanto “blanc”, non avendo in rosa alcun giocatore di colore. Nel tempo abbiamo costruito questa squadra, con delle regole di disciplina e di rispetto, basilari in ogni sport”.

Sono state seguite?
“Abbastanza bene, i risultati si vedono e tanti ragazzi, da questo gruppo, vanno poi a giocare con altre squadre del Friuli. Certo, non tutti al termine del ciclo qui al Civiform possono trovare nel calcio il proprio lavoro, ma con questo aiuto possono inserirsi nel mondo lavorativo, con una casa e un gruppo di amici, non stranieri ma italiani, e questo è un bell’esempio di integrazione”.

A livello tecnico cosa è migliorabile in questo finale di stagione?
“Il problema deriva dal fatto che è difficile costruire una squadra con gli stessi ragazzi dall’inizio a fine torneo, visti i vari continui arrivi e partenze. Di conseguenza la squadra avrà sempre un andamento incostante. Quel che conta è quanto poi possano far fruttare questo insegnamento di regole di vita, al di fuori dei campi di gioco. Dal lato puramente tecnico, i risultati sono positivi, sia al Match-Ball sia ai tornei estivi a cui partecipiamo anche se quest’estate, forse, faremo una piccola pausa per prepararci al meglio per la prossima edizione”.

Con Diego Martinuzzi, direttore del Civiform di Cividale, parliamo di questi ragazzi che ben si comportano in una realtà sociale ben consolidata. Per loro, un torneo di calcio può essere importante per affrontare i problemi della vita sociale.
“Questo è uno degli strumenti messi in campo per aiutare questi ragazzi giunti in Italia in maniera irregolare, che il nostro ordinamento tutela fino al compimento della maggiore età per poi consentire la loro regolarizzazione. Oltre all’apprendimento della lingua italiana e a insegnare loro un mestiere, abbiamo pensato allo sport quale veicolo importantissimo. L’attività svolta dal nostro educatore sta dando i suoi frutti approfondendo le conoscenze reciproche tra i ragazzi e il mondo esterno che li circonda e molti di loro trovano sistemazione nelle squadre giovanili dei paesi vicini”.

Il direttore generale Daniele Bacchet ci spiega infine com'è organizzato il Civiform: “La nostra attività prevalente è la formazione professionale, con oltre 600 allievi nella scuola di Cividale e 200 in quella di Trieste che seguono i relativi percorsi. Dopo il triennio di studio, i ragazzi ottengono una qualifica professionale e un diploma al quarto anno. Contestualmente ci adoperiamo anche nella formazione per adulti, sia per persone colpite da crisi aziendali sia per quanti volessero migliorare le proprie competenze, ma anche accoglienza di minori stranieri non accompagnati. In quest’ultima attività, il nostro punto di forza è l’inserimento di questi ragazzi nei nostri percorsi formativi, che sono un veicolo di acquisizione di competenze, crescita educativa e umana e permettere un domani, con ciò, il loro inseririmento in un tessuto economico sociale”.

Lo sport, il calcio in particolare, riveste particolare importanza in questi ragazzi, come conferma il vice presidente del Civiform Luigi Papais: “Vorrei ribaltare il concetto. Dai giornali si apprende la mancanza di 5000 metalmeccanici e la nostra struttura forma professionalmente i ragazzi e anche i minori stranieri non accompagnati che devono seguire dei percorsi di integrazione. In tutto questo, lo sport è un veicolo fenomenale di integrazione, per metterli a contatto con la popolazione. Questo mix tra formazione e sport è un trait d’union a beneficio degli italiani”.

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  Scritto da La Redazione il 28/05/2019
 

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