Vota il sondaggio

Inserisci la tua email per votare

Puoi votare solo una volta per questo sondaggio e la tua email deve essere valida.
La tua email non sarà resa ne pubblica ne visibile.

Consenso al trattamento dati:

Accetta il trattamento dei dati.

 
×

Accedi al Sito !

Usa le tue credenziali di accesso:
Non ricordi più la password?

Registrati

 Resta connesso

 

oppure

Accedi con Facebook

×

Edizione provinciale di Udine


SERIE A2 - Ramagli: non sono uno da mordi e fuggi

Presentato il nuovo coach della Gsa. Ha firmato un contratto annuale, per un progetto di consolidamento e crescita: “Nessun allenatore o giocatore può dire di no a Udine”. Pedone: “Spingeremo ancora di più sulla linea giovane”

Tutti bravi, tutti buoni, tutti speranzosi e carichi di ottimismo. Come sempre, quando si ricomincia dopo aver metabolizzato una lieve delusione. Anche se è giusto sottolineare come, nelle ultime due stagioni, la squadra abbia chiuso con un quarto e un quinto posto, partecipando ai play - off: perché allora la Gsa ha deciso di affidarsi ad Alessandro Ramagli, ex allenatore, tra le altre, di Verona e Virtus Bologna? Non certo un pivello (classe 1964), e con un solo anno di contratto?

“L’anno scorso la squadra ha probabilmente pagato le troppe aspettative e patito la pressione - ha sottolineato il presidente Pedone - ora punteremo su un gruppo di giovani che portino entusiasmo e sappiano trascinare un pubblico straordinariamente attaccato ai nostri colori. La scelta di Ramagli rispecchia l’esigenza di avere un coach dal carattere forte, capace di dare alla squadra un imprinting importante".

“Nessun allenatore o giocatore può dire di no ad un proposta di Udine - ha esordito Ramagli - questa è una piazza storica, piena di entusiasmo, che noi dovremo essere bravi a tradurre sul campo. Per questo sceglieremo giocatori di carattere e voglia di lottare su ogni pallone, perché ogni possesso è importante. Un anno di contrato? Questo non deve ingannare, il sottoscritto non è certo uno da mordi e fuggi. Ma è venuto qui per rimanere il più a lungo possibile e, soprattutto, per un progetto di consolidamento e crescita: anche se si parte sempre per vincere. L’asse play - pivot ? Importante, ma quello che conta è l’equilibrio generale”. Tutto bello, tutto perfetto. Ma è chiaro che, per la A1, è meglio mettersi in coda. (rozan)



 

Print Friendly and PDF
  Scritto da La Redazione il 31/05/2019
 

Altri articoli dalla provincia...




Vai all'edizione provinciale
Tempo esecuzione pagina: 0,10867 secondi