L'ADDIO - La Juventina saluta la sua "chioccia" dopo sette anni
Per il navigato centrocampista Luca Zorzut è giunto il momento di cercare nuovi stimoli. Non importa la categoria, bensì sposare un progetto con persone e società serie. “Meritavamo di rimanere in Eccellenza, soprattutto lo meritava la famiglia Kerpan”. Il ricordo migliore è la vittoria della finale play-off della scorsa stagione con il Primorje e salita in categoria superiore
Dopo sette anni di brillante carriera in maglia biancorossa, il centrocampista Luca Zorzut è prossimo a salutare la Juventina, alla ricerca di nuovi stimoli. Per la squadra del presidente Krepan, quello appena trascorso non è stato un campionato da ricordare. Iniziato sotto buoni auspici, nel girone di ritorno le cose si sono ben presto complicate e la squadra ha dovuto lasciare l’Eccellenza dopo un solo anno di permanenza, scivolando anche dall’ultimo appiglio dei play-out.
“Tutto faceva inizialmente pensare ad una salvezza – spiega Zorzut riavvolgendo il nastro - poi però le ultime otto partite hanno purtroppo invertito la tendenza, probabilmente anche per la mancanza di esperienza di alcuni di noi in questa categoria. Avevamo ancora l’ultima chance nei play-out con il Flaibano e purtroppo l’abbiamo fallita. Se guardiamo la stagione nel suo complesso, meritavamo di rimanere in Eccellenza, soprattutto la meritava la famiglia del nostro presidente Kerpan”.
Per quanti anni hai vestito la maglia della Juventina?
“Questo è stato il settimo. Ora, dopo un periodo a dir poco stupendo, è arrivato il tempo di cambiare. Alla soglia dei 37 anni, vorrei cercare nuove motivazioni. Alla Juventina ho ricevuto tanto affetto, la famiglia Kerpan ti fa stare benissimo e mi dispiace tantissimo fare questa scelta. Quanto avrò la possibilità, andrò sicuramente a vedere le loro partite, ne rimarrò un loro tifoso”.
Ci sono già stati contatti con altre società?
“Al momento non ho ricevuto alcuna chiamata. La decisione è recente, presa in tutta serenità e a malincuore e adesso rimango in attesa”.
Avendo giocato sempre in categorie di un certo livello, cosa ti aspetti?
“Non guardo la categoria, certo ha la sua importanza ma preferisco sposare un progetto importante con persone e società serie, com’era alla Juventina”.
Che ricordi ti porti appresso?
“Nei sette anni trascorsi a Gorizia, solo un anno non siamo arrivati a qualificarci ai play-off. Il momento migliore è stato a maggio scorso, dopo aver vinto la finale con il Primorje riuscendo a salire in Eccellenza. E qui ho notato una certa differenza con la Promozione, non tanto sotto l’aspetto del gioco, bensì dal punto di vista atletico. C’è molta più velocità e si corre di più”.