IL TECNICO - Sonego, le competenze e "il calcio è la mia vita"
Ha concluso a Coverciano il corso Uefa A insieme a Rauso e Motta. I preziosi imput di Ulivieri, le difficoltà di innovare specie nei dilettanti e la fiducia che deriva dallo studio e dall'applicazione
Concluso a Coverciano il “Corso Allenatori di Primo Livello” o “Uefa A” con l’innovativa formula che riserva 28 dei 48 posti disponibili agli ex professionisti e 20 agli allenatori già in possesso dell’“Uefa B”. La selezione serrata avvenuta a livello nazionale, ripetuta con cadenza annuale, ha visto la partecipazione di tre allenatori nostrani: Pino Rauso, ex Corva, Pravisdomini e Pramaggiore; Simone Motta, attuale allenatore delle giovanili del Pordenone. E Luca Sonego, ex Fontanafredda, Vallenoncello e San Quirino, insegnante di educazione fisica. A proposito dice: «Bisognerebbe riformare il sistema scolastico con cinque anni di scuole medie e tre di specializzazione superiore, così da permettere ai ragazzi di scegliere in maniera più consapevole il loro futuro».
La seconda questione non seconda che preme a Luca è di ordine calcistico: «Sono entrato al Corso grazie alle diverse esperienze d’allenatore, alla laurea magistrale e al patentino di preparatore atletico professionista. Per due mesi interi, insieme ai miei due compagni di viaggio partivamo domenica sera e rincasavamo mercoledì al termine delle lezioni. Tra i corsisti molto preparati ho fatto valere il mio quotidiano studio della disciplina calcistica. Ulivieri ci ha ricordato di analizzare il calcio odierno per sviluppare il calcio del futuro, di lavorare negli spazi liberi dai cinesini, di accantonare i sistemi di gioco come moduli, sotto moduli e schemi per prediligere i principi di gioco come profondità, ampiezza, rotazioni e inserimenti. Ha fermato l’attenzione su alcuni dettagli che non avevo considerato prima come la corretta postura del difensore, proponendo un torello cinque contro due col possessore che doveva disporre di due sostegni laterali e due vertici. Ulivieri è un maestro nel semplificare le cose».
Sonego mostrandoci una presentazione in power point di un Porcia-Sanvitese di Promozione, quindi un grafico di periodizzazione della stagione sportiva, ci ricorda: «Ho inoltre l’attestato di match analysis che insieme al patentino “Uefa A” mi avrebbe permesso di entrare con un contratto regolare nello staff di un allenatore professionista friulano. Ho rifiutato perché avendo famiglia ed entrando nell’anno di prova per raggiungere il ruolo come insegnate, mi sembrava un’avventura troppo rischiosa. Seppure il mondo dirigenziale non premi la preparazione degli allenatori, è più ampio il mondo degli ignoranti che dei competenti, e ai livelli dilettantistici non è facile proporre concetti ed esercitazioni innovative. Avere competenze è un’arma a doppio taglio, sei visto come una persona presuntuosa. Vivo e mangio calcio, parlo di calcio, il calcio è la mia vita. Le soluzioni tattiche trovate nella parentesi di Fontanafredda in Serie D, studiando giorno e notte, mi infondono fiducia nel futuro. Se riuscissi a rendere i concetti evoluti digeribili per i dilettanti, allora potrei sperare di allenarli con profitto. Voglio costruire il mio percorso e non è un problema partire dal basso. In caso contrario dovrò tentare la strada impervia del professionismo, che considero la mia meta ideale».
Lucio Gava