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Edizione provinciale di Udine


IL CASO - Politica ed egoismi bloccano il ritorno del Palazzolo

Era tutto pronto per rivedere la prima squadra del paese della Bassa (dal patron, Caminiti, al tecnico, De Marco), prima che la situazione facesse naufragare il progetto di rilancio. Speriamo non in maniera definitiva...

E' un caso paradossale quello che riguarda il Palazzolo, una piazza storica per il calcio della Bassa Friulana. L'Unione Sportiva Palazzolo si avvia a compiere il sessantesimo compleanno, ma ridotta ai minimi termini, a livello dirigenziale e di attività, confinata a Primi Calci e Pulcini. In questi giorni si è purtroppo sprecata l'occasione di rivedere all'opera una prima squadra targata Palazzolo a causa di un mix micidiale di impuntature, personalismi e opposizioni politiche che nulla hanno o dovrebbero avere a che fare con lo sport. 
Tutto, infatti, era pronto per la nascita di un nuovo soggetto, destinato a collaborare, completare e rinvigorire l'US. Era disponibile un presidente, Alex Caminiti, imprenditore (è titolare di un birrificio a San Daniele) ma anche ex calciatore del Palazzolo, un nutrito gruppo dirigenziale (una dozzina di persone votate a impegnarsi nella nuova avventura), un allenatore come Paolo De Marco (legatissimo ai colori viola) e financo uno zoccolo duro di calciatori (14) da cui ripartire iscrivendosi al campionato di Terza categoria, prima tappa del promettente rilancio. 
Invece l'operazione, patrocinata dal vicesindaco Giovanni Tisiot, in passato già presidente dell'US Palazzolo, si è arenata e, forse, è definitivamente tramontata. A stopparla è stata, tra l'altro, l'incerta volontà di collaborazione palesata dal presidente attuale (dimissionario) dell'US Roberto Buratto, al quale pure vanno riconosciuti enormi meriti per aver tenuto in vita per anni e anni la società, spesso in solitudine o quasi, e il sopraggiungere di un'interdizione a livello politico, con tanto di interrogazioni rivolte al sindaco e al consiglio comunale, su un presunto conflitto di interessi riguardante Giovanni Tisiot, "colpevole" di essersi speso per rigenerare il calcio nel paese friulano. 

Peccato davvero per la piega presa dalla situazione. C'è solo da sperare che si possa superare l'impasse, recuperando Caminiti e il suo gruppo a un progetto che non va lasciato cadere. Confidiamo che tutte le parti in causa trovino la lucidità e lo spirito di servizio e collaborazione necessari per gettarsi alle spalle le divisioni, confinando la polemica politica dove merita di stare, ossia lontano dal campo di calcio. 

https://i.imgur.com/uckzRYW.jpg


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  Scritto da La Redazione il 10/07/2019
 

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