SECONDA - Con Val del Lago e Ardita ci si diverte
Gli ospiti chiudono il match in nove.Tre volte in vantaggio, tre volte ripresa da una tenace Val del Lago, la squadra di Forni Avoltri cerca di uscire dai bassifondi della classifica, come fatto l’anno scorso. Finale con emozioni, in inferiorità numerica è andata vicina a sbancare Trasaghis
Finisce con un pirotecnico 3-3 la sfida tra Val del Lago e Ardita e la classifica per gli ospiti non è per nulla rassicurante in chiave salvezza. Va meglio ai lacustri i quali sono in mezzo fra la zona retrocessione e quella promozione.
Apre le marcature lì’Ardita con una gran percussione in fascia di Di Val, saltando un paio di avversari e dal fondo mette al centro per la rete di Fontana. Al 22’ Devreux pareggia per i locali e al 40’ su Di Val interviene il difensore agganciandolo, forse colpendo prima il pallone. L’arbitro però indica il dischetto e ancora Fontana trasforma. Ristabilisce la parità Picco nella ripresa, su assist a rimorchio di Gale, subentrato a Devreux. Al 20’ su cross di Ceconi, Durigon spizza di testa e riporta avanti l’Ardita. Al 38’ altro dubbio rigore, stavolta concesso a favore della Val del Lago, realizzato da Picco. Nel finale gli ospiti, ridotti in nove per il rosso a Kola e Hlede, hanno rischiato il colpaccio in contropiede tre contro uno, ma sono incespicati, vanificando l’occasione.
C’è qualche rammarico per il finale che poteva cambiare le carte in tavola, ma il presidente dell’Ardita Angelo Romanin è d’accordo sulla spartizione dei punti: “Eravamo sempre in vantaggio e siamo stati riacciuffati tre volte, giocando meglio nel primo tempo rispetto al secondo, nel quale siamo un po’ calati. Alla fine è giusto in pareggio in una gara equilibrata. Incredibile il recupero assegnato dall’arbitro con 7 minuti nel primo tempo e ben 12 nel secondo. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche con un cambio di modulo in difesa e risalire la classifica, come fatto l’anno scorso”.
Fotocopertina: Gianluigi Fontana (doppietta) e Giorgio Di Val, uno dei migliori del'Ardita. Qui sotto un primissimo piano di Angelo Romanin.
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