IL CASO - Orlando non ci sta: non sono io il colpevole
Il mister dell’Ol3 ha subito la “spalmatura” della squalifica dal 17 al 31 dicembre. “Ma domenica scorsa, nella gara con lo Zaule Rabuiese, non sono stato io ad insultare l’arbitro, bensì un nostro tifoso. Non mi interessa rimanere fuori, ma pretendo verità e scuse pubbliche”. Il precedente con Barbana? “Ho sbagliato, gli ho inviato le mie scuse e gliele rinnovo”
Si era fatto travolgere dalla tensione, al tumultuoso tramonto del match con la Risanese: e lo ha sportivamente riconosciuto, accettando una squalifica sino al 17 dicembre. Ma l’ultima decisione del Giudice Sportivo è un cazzotto allo stomaco: durante l’ultima gara con lo Zaule Rabuiese, infatti, il mister dell’Ol3 Alessandro Orlando avrebbe ingiuriato - dalla tribuna, dove si trovava in compagnia del presidente Bertossi e di una manciata di fans - il direttore di gara, “meritandosi” il prolungamento della sanzione sino a tutto il 31 dicembre 2019.
“Quel referto non è esatto - esordisce un Orlando magari non furioso, ma scocciato - perchè c’è uno scambio di persona: ed io pretendo che l’assistente (Mansutti del Basso Friuli, ndr), il quale ha rilevato la frase incriminata (trasmettendola al direttore di gara, ndr), ristabilisca la piena verità. E porga pubblicamente le sue scuse. Durante la partita io mi sono soltanto limitato ad istruire i miei giocatori: e gli insulti, sempre deprecabili, sono stati indirizzati non dal sottoscritto, bensì da un nostro tifoso. Non ci sto a passare per maleducato seriale: e quando è successo con Barbana, ho fatto ammenda e accettato la squalifica. Anzi, approfitto di questo spazio, in attesa di incontrarlo, per rinnovare le scuse al collega”.
Questa, però, il tecnico non l'ha digerita. “Nella maniera più assoluta. E non tanto per la gara che non potrò guidare dalla panchina (sabato 21 dicembre, contro il Kras, ndr), quanto perché, ripeto, non sono io il colpevole: non farò ricorso ma, se necessario, sono disposto a rivolgermi all’Aia e agli Organi competenti per fare chiarezza. Qui siamo tutti umani e fallibili, credo: bisogna allora che pure gli arbitri e gli assistenti, ogni tanto, ammettano di aver sbagliato…”.