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Edizione provinciale di Gorizia


IL NODO - Chi si allena e chi non può. E giusto?

Il comma "c" dell'articolo 1 del decreto governativo di ieri crea problemi interpretativi e pratici in particolare per le società dilettantistiche. A ciò si è aggiunta la decisione del Comitato regionale di lasciare aperta la possibilità di far svolgere sedute di allenamento a chi è in grado di rispettare tale norma...

Il calcio si ferma. Come gli altri sport. Come la scuola, come altre attività. E' sia: l'emergenza sanitaria è sotto gli occhi di tutti (quella economica pure...), e quando c'è di mezzo la salute bisogna essere rigorosi. Purtroppo, però, il decreto governativo del 4 marzo - per quel che riguarda il calcio e, in particolare, quello dilettantistico e giovanile, numericamente la quota di gran lunga preponderante del movimento - propone l'ormai famoso comma "c" dell'articolo 1 che sembra, per come è formulato, perfetto per generare discussioni, dubbi e difficoltà interpretative e pratiche. Lo riproponiamo: "... lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano". 
A mezzo del proprio personale medico. Quale personale medico? Quello che non è prescritto se non nello svolgimento delle gare interne?
Si scaricano le responsabilità, per altro neppure ben delimitate, sulle società, sui presidenti delle stesse.

Su queste basi il Comitato regionale, quest'oggi, ha sospeso tutta l'attività a tempo indeterminato. E gli allenamenti? Anche quelli, salvo... "il rispetto di quanto previsto dal comma "c" dell’articolo 1". In questo modo è possibile che qualcuno si alleni a fronte dei tantissimi che, per timore o impossibilità, dovranno rimanere fermi. Quindi, in ipotesi, tra due settimane una squadra allenata a puntino potrebbe affrontare una squadra arrugginita suo malgrado. Sarebbe sportivamente giusto?

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  Scritto da La Redazione il 05/03/2020
 

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