IL PERSONAGGIO - Bressan, dall'intimo alle mascherine
L'emergenza illumina il presidente del Chions, che non solo non chiude l'attività, ma si converte all'esigenze del difficile momento. Così il personale, già avviato verso il riposo forzato, potrà continuare a lavorare
La pandemia Covid-19 mette in ginocchio non solo gli Italiani ma anche l'economia. Gli stop a fabbriche ed aziende è diventata storia di tutti i giorni e gli imprenditori sono ormai impotenti di fronte agli effetti del Coronavirus. Ma dai momenti di difficoltà si può uscire con sagacia e lucidità: è la storia di Mauro Bressan, presidente del Chions ed imprenditore nel settore tessile. In un paio di giorni, pur di non abbandonare il proprio personale, ha riconvertito la propria azienda iniziando a produrre mascherine: "Tutto è partito giovedì sera, avevamo già comunicato ai dipendenti la nostra decisione di chiudere l'azienda sia per la tutela dei dipendenti che per la mancanza di ordini. Poi la svolta: diversi imprenditori della zona mi hanno chiesto una mano a produrre mascherine per i loro dipendenti e dopo averli accontentati abbiamo visto che avevamo le capacità per convertire la nostra azienda. Lunedì mattina siamo partiti con la produzione richiamando tutti i nostri lavoratori a pieno regime, fino ad ora ne abbiamo prodotte dodicimila ma potremmo anche aumentare perchè la richiesta è enorme. Sono mascherine in cotone e lavabili, noi garantiamo l'idrorepellenza fino a dieci lavaggi. Con la nuova normativa emanata qualche giorno fa possono essere utilizzate dai lavoratori che non possono mantenere almeno un metro di distanza dai propri colleghi. Mi auguro di poter tornare al più presto alla nostra produzione classica perchè in cinquantaquattro anni non abbiamo mai dovuto fare una cosa del genere".
Un piccolo pensiero va, nonostante tutto, al calcio: "Purtroppo in tempi come questi perdi i ritmi e le abitudini calcistiche, non possiamo vedere i ragazzi e tutto deve restare fermo. Spero che si possa ricominciare tutto al più presto per portare quanta più gente al campo".