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Edizione provinciale di Pordenone


RICORDANDO VENDRAME - Rossi: compagno esemplare e sempre sincero

Il racconto di Marco Rossi, suo ex compagno ai tempi del Pordenone: "Metteva a proprio agio qualsiasi persona"

A pochi giorni dalla scomparsa di Ezio Vendrame, abbiamo ascoltato gli aneddoti di Marco Rossi, che l'ha conosciuto da vicino quando giocavano entrambi con la maglia neroverde del Pordenone. Il tecnico ci ha poi parlato della sua esperienza sulla panchina del Tavagnacco femminile e le sue impressioni sul calcio femminile a trecentosessanta gradi.

VENDRAME - "Ho avuto il privilegio di giocare un anno con lui a Pordenone ed in quel periodo ho avuto la possibilità di conoscere una persona schietta ed onesta, che si può definire "particolare": aveva le sue abitudini, il suo stile caratteristico anche nel modo di vestirsi, ma era soprattutto una bellissima persona. Ci sono stati degli episodi, il primo che mi viene in mente riguarda una trasferta in cui come al solito dovevamo incontrarci alle nove del mattino. Tutta la squadra era presente invece Ezio non si trovava, dopo un po' siamo stati costretti a partire senza di lui e dopo quell'episodio non si è fatto vedere per due mesi. Questo era lui, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Un altro aneddoto risale ad un'altra trasferta, questa volta a Romano di Lombardia in casa della capolista: vincemmo 3-1 con un suo bellissimo gol ma purtroppo io fui espulso per doppia ammonizione. A fine partita Ezio va dall'arbitro e gli dice con grande naturalezza che era morta mia madre, fatto assolutamente inventato solo per farlo sentire in colpa. Riuscì ad essere così convincente che il direttore di gara mi tolse la seconda ammonizione e nella partita successiva scesi regolarmente in campo. Questo episodio lo racconta in modo perfetto. Aveva un modo semplice di approcciare con qualsiasi persona mettendola a proprio agio, con la sua caratteristica espressione affettuosa "vecchio". Era davvero un compagno esemplare. Purtroppo dopo le nostre avventure in campo ci siamo persi di vista, anche perchè lui si trasferì a Treviso".

IL SUO TAVAGNACCO - "Abbiamo partecipato alla Champions League femminile due volte, una in Danimarca ed una in Svezia. Ovviamente quando si va lì a giocare ci si ritrova in un mondo diverso, erano molto più organizzati di noi già anni fa. Hanno tantissime tesserate ed un'attenzione maggiore al calcio in rosa. In casa ci siamo sempre espressi bene, vincendo in entrambe le occasioni mentre in trasferta la musica era diversa. Mi sono rimaste molto a cuore anche le due coppe Italia vinte in quegli anni contro Torres e Verona che erano le squadre che ai tempi andavano per la maggiore".

CALCIO FEMMINILE - "Venivamo da un momento positivo, in cui si stava facendo largo in maniera importante e numerose società importanti erano riuscite a dare un'impronta professionistica anche al calcio femminile. Molte partite sono state trasmesse su Sky, soprattutto dopo il grande Mondiale delle Azzurre che sono finalmente riuscite a smuovere i sentimenti di tante ragazzine, invogliandole a provare a giocare a calcio. Per il futuro mi auguro che non ci siano grosse ripercussioni a causa del Coronavirus, penso che ormai la strada intrapresa sia solida e non si regredirà più".

IL TAVAGNACCO OGGI - "Mi è dispiaciuto vederli in questa posizione e spero che i campionati non resteranno fermi altrimenti vorrebbe dire retrocessione. La società e lo staff hanno dato tantissimo e sarebbe davvero un peccato finire in questo modo. Il campionato attuale è davvero difficile perchè ci si ritrova a giocare contro le società italiane più importanti. Sicuramente se il Tavagnacco riesce a competere con queste società lo dobbiamo all'ottimo settore giovanile".

INGAGGI
- "Penso che, come tutti i lavoratori, anche i calciatori debbano rinunciare agli stipendi. Nei mesi in cui sono fermi è giusto che non ricevano alcun compenso".

CASSACCO - "Ricordo con tantissimo affetto il mitico Dino Mansutti, anche lui una persona sui generis. Ho ancora l'orologio che mi ha regalato per la promozione, parliamo di più di vent'anni fa. Lo porto sempre al polso perchè è un ricordo stupendo: ho voluto partire dal basso, dalla Terza Categoria, ed è stata una scelta che mi ha ricompensato con una storica promozione per il Cassacco".

IL FUTURO DEI DILETTANTI - "All'inizio ci sarà qualche problema ma con un po' di consapevolezza ed attenzione, le cose si metteranno a posto".

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  Scritto da La Redazione il 08/04/2020
 

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