QUALE FUTURO? - Raddi e Sant tra razionalità e passione
Anche il dirigente della Maranese e l'allenatore dicono la loro sul complicato momento che sta vivendo il movimento calcistico regionale, tra problemi, timori, speranze e la voglia di ricominciare...
Quale futuro (a breve, con i campionati sospesi) e a medio-lungo termine per il mondo del calcio regionale? Provano a dare la loro ricetta e le loro opinioni presidenti, dirigenti, allenatori e calciatori delle nostre società.
Max Raddi (dirigente della Maranese) - "In questo periodo di riflessioni sul tema se riprendere o terminare i campionati anche noi della Maranesese siamo d’accordo e sposiamo in pieno con quello che più o meno dicono tutti, ossia che tornare a giocare è praticamente impossibile; poi bisognerà prendere delle decisioni e riformare i campionati! In federazione con il presidente Canciani ci sono persone preparate è sicuramente faranno il meglio per le nostre società. Spendo due parole sulla nostra stagione: siamo partiti con molto entusiasmo - abbiamo anche ristrutturato i vecchi spogliatoi, investendo parecchio -, poi a cominciare da quella maledetta alluvione abbiamo avuto qualche problema. Ho avuto parecchio tempo per pensare, dispiace soprattutto non aver dato a Sinigaglia e al suo staff la possibilità di portare a termine la stagione, visto il loro totale impegno verso la Maranesese. Questo è il calcio, ma i rapporti umani devono venire prima di tutto: non sentirmi più con persone con le quali per 4 anni ho condiviso e magari discusso e passato momenti belli o meno, non mi piace".
Sandro Sant (allenatore di varie squadre) - "Credo non sia facile da parte degli organi competenti prendere una decisione indubbiamente complicata, considerando che anche il regolamento non prevede nessuna norma per questa imprevedibile situazione. Onestamente, ritengo che la stagione ormai sia conclusa e vedo a rischio anche la prossima... almeno in parte. Per quanto riguarda la classifica, tutto dipenderà da quando si riparte, se si riparte prima finirei i campionati magari eliminando la coppa Regione per un anno, altrimenti ripartirei da zero. Credo inoltre che il nostro amato calcio abbia bisogno di essere riformato profondamente con meno burocrazia, più volontariato e con la voglia di non correre dietro a quello professionistico. Leggo sempre che lo sport in questo momento è l'ultimo dei pensieri e in parte tale concetto è condivisibile, condivido ma non dimentichiamoci che lo stesso ha un ruolo importante nella nostra società sotto tanti aspetti, sociali, a livello di salute e via elencando. La passione non muore e, dunque, speriamo di ritrovarci presto sui campi come amiamo fare".