TRIESTINA - Granoche: "Puntavamo alla B". Milanese è per i play-off
Tra quarantena e conclusione del campionato parlano l'esperto centravanti e l'amministratore unico del club alabardato...
Il bomber della Triestina, Pablo Granoche, ha raccontato: “Nella prima parte della quarantena, ovvero nei primi 20 – 25 giorni, siamo stati molto bene perchè abbiamo ritrovato la quotidianità che non avevamo da tanto tempo. Tra i miei allenamenti e gli impegni scolastici dei miei tre figli non stavamo insieme molte ore come ora e ci siamo divertiti. Poi è stata dura nell'attesa di poter uscire di nuovo e abbiamo un po' sofferto. Però ho ritrovato appunto la confidenza con quelle cose dei bambini, con cui non condividevo da tempo. All'inizio erano contenti di non dovere andare a scuola, poi fare le video-lezioni ha fatto sì che sentissero la mancanza del contatto con gli altri bambini. D'altro canto anche noi adulti abbiamo sentito la mancanza di poter uscire e la prima passeggiata fatta vicino a casa è sembrata una cosa bellissima. Anche le piccole cose sono importantissime e non banali. Questo ci aiuterà a essere persone migliori. Gli allenamenti? All'inizio li ho più fatti in modo più convinto, aiutato anche dai piccoli. Poi, vedendo l'allontanamento della ripresa, è stata più dura essere motivati, non avendo tra l'altro un poggiolo. E' stata una liberazione poter fare una corsa e un giro in bici all'aperto. Mi consolo che avevo mia moglie e i figli con cui passare il tempo, perchè i miei compagni di squadra, che erano soli a Trieste non avendo la famiglia al seguito, hanno sofferto di più. Il 2+1? All'inizio non mi sono posto questo problema, ora sto facendo qualche ragionamento e riflessione se concludere con una situazione del genere.. .Ora come ora ci sono alcuni fattori da considerare e cioè come sarà il prossimo campionato. Se ci sarà una B d'elite o cos'altro, perchè la mia voglia era di riportare la Triestina in serie B ed essersi fermati in un momento di crescita dispiace ancora di più per esserci stati tanto per trovare la quadratura giusta. Però è anche vero che quest'anno le squadre davanti a noi sono forti e c'era equilibrio. Non siamo partiti bene, ma ci stavamo riprendendo e c'era il tempo per continuare a fare bene. I miei bimbi? Hanno dai 5 ai 9 anni, ma sono stati molto maturi pur non essendo facile spiegare la situazione. Hanno fatto alla lettera quello che ci vedevano fare e cioè mettersi la mascherina e lavarsi le mani al rientro a casa”.
L'ammistratore unico Mauro Milanese: “Il ministro Spadafora ha sette medici al lavoro e perciò sta lavorando per il nostro bene. Per la serie C era improponibile rispettare i protocolli e perciò non continuare a giocare il campionato in modo normale, ma sarebbe giusto piuttosto giocare i play-off in un centro tecnico unico, dando modo alle squadre coinvolte di alloggiarvi così da evitare più viaggi e più soste potenzialmente rischiose agli autogrill. Non vorrei essere al posto ad esempio della Reggiana, che aveva la possibilità di giocarsi le sue carte per salire attraverso anche gli scontri diretti rimasti in sospeso... Per questo preferisco i play-off al merito sportivo a tavolino, perchè non tutte le squadre hanno giocato lo stesso numero di gare e perciò i coefficienti non sono scientifici. Giocarsela sul campo eviterebbe una serie di ricorsi. La mia quarantena? All'inizio ho fatto degli allenamenti a casa, poi mi sono un po' impigrito, ma in compenso il lavoro non è mancato tra telefonate, mail arrivate e contatti vari”.
Massimo Laudani