UDINESE - Pozzo, riprendere il 13 giugno? Insulto all'intelligenza
Non le manda certo a dire il massimo esponente della società bianconera. “Serve un mese di preparazione intensa dopo due relegati in appartamento, onde evitare infortuni”. La soluzione migliore sarebbe iniziare a fine giugno “in sicurezza e usando il cervello”
Torna a farsi sentire patron Gianpaolo Pozzo dopo la lettera inviata al Governo, Coni, Figc e Regione Fvg alcuni giorni fa sui presupposti di riprendere il campionato a metà giugno con enormi responsabilità penali in capo ai medici e ai dirigenti societari.
Il tutto è derivato dalle misure prese dopo la gara con la Fiorentina, con la quarantena imposta all’Udinese causa alcune infezioni tra i viola.
La lettera non voleva essere un rifiuto a ripartire, specifica Pozzo, tutt’altro, ma non il 13 giugno. “E’ un insulto all’intelligenza – dichiara ai microfoni di Rai Radio 1 nella trasmissione “Radio Anch’io Sport” – per i preparatori atletici serve un mese intero di allenamenti intensi e reali sul campo, dopo due mesi e passa di appartamento”. L’ideale, per il massimo esponente bianconero, sarebbe iniziare a fine giugno, in accordo con l’Uefa, per evitare pericolosi infortuni, come già capitati sia in Italia che in Germania, considerando pure il fatto di dover giocare anche infrasettimanalmente.
“Sono favorevole alle 5 sostituzioni, voglio ricominciare ma in sicurezza. C’è tempo per ripartire con il campionato – ribadisce Pozzo – ma usando il cervello. Nel mondo del calcio c’è egoismo e qualcuno ha fatto il furbo. Noi abbiamo un centro sportivo adeguato ma non un hotel. Mi sarei preoccupato di un ritiro permanente per mesi di giocatori e staff senza poter vedere le famiglie. Per fortuna si sta correggendo anche questo aspetto”.
In sostanza serve cautela, ragionando con il Governo, anche per gli eventuali diritti tv, qualora non si riprendesse a giocare.