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Edizione provinciale di Tolmezzo


GLEMONE - Di Domenico rinnova: sto bene e voglio restare a lungo

Il goleador giallorosso, classico numero dieci dal gol facile, racconta i suoi trascorsi e ci parla della sua esperienza fino ad ora positivissima a Glemone: "Vivo di calcio, ringrazio la società che non mi ha mai fatto mancare nulla"

Piedi vellutati, istinto del gol e dribbling ubriacanti. Marco Di Domenico ha fatto innamorare anche Glemone a suon di gol e dopo una stupenda annata, condita da una promozione e da ventiquattro reti segnate ha firmato il suo rinnovo con il club giallorosso. "El diez" come l'hanno affettuosamente ribattezzato i tifosi, ci racconta la sua carriera, le sue caratteristiche ed il suo sconfinato amore per il calcio.

CURRICULUM - "Ho iniziato nella Moggese Calcio da piccolo ed in un'amichevole con la Gemonese fui notato e mi fecero firmare lì. A Gemona sono stato per dieci anni dove ho esordito in prima squadra ed ho vinto per tre volte il titolo di capocannoniere regionale. All'esordio in Prima Categoria sono andato in gol contro il Magnano Riviera ed in quell'occasione segnò anche il mio attuale mister, Massimo Pittoni, che stava concludendo la carriera da giocatore. Con la Gemonese arrivammo in Promozione ma avevo bisogno di giocare di più quindi iniziai a viaggiare giocando a Treppo, a Caporiacco dove conquistai nuovamente il salto in Promozione ed una Coppa Regione, poi Buja, Maniano Riviera, Tegna dove sono andato quasi ogni anno in doppia cifra e poi Venzone, il paese dove vivo e dove tenevo a giocare. In tre anni ho segnato tantissimo, il primo anno venticinque gol, mentre il terzo riuscimmo a salire in Prima in cui segnai quindici gol con mister Cleto Polonia. Poi per problemi lavorativi ho dovuto fare una scelta, trasferendomi a Glemone cercando la Seconda Categoria che è puntualmente arrivata. E' stato un passaggio non facile perchè c'erano troppe aspettative su di me, ma anche giocando di meno sono riuscito a segnare ventiquattro gol conquistando il salto di categoria".

CARATTERISTICHE - "Sono una mezza punta, non troppo alto di statura a cui piace svariare dietro la prima punta. Mi ritengo un calciatore che si sacrifica, difficile da marcare e soprattutto faccio gol e li ho sempre fatti. Tiro di destro ma calcio facilmente con entrambi i piedi".

PASSIONE - "In famiglia si respira calcio. Mio fratello ha giocato a calcio prima di me e mia madre non ha mai perso una mia partita. Ritaglia gli articoli e conserva i trofei, è una passione fortissima. Se salto un allenamento ci rimangono male più i miei genitori rispetto a me. Sono molto seguito non solo a casa ma anche dai miei amici. Ora purtroppo lavoro a Tarvisio quindi spesso non riesco a raggiungere i miei compagni agli allenamenti ma cerco di allenarmi per conto mio, magari con un po' di jogging sotto casa. Vivo di calcio ed indipendentemente dalla categoria devo farmi trovare pronto".

RINNOVO - "Mi trovo molto bene a Glemone. So bene la società quanti sacrifici ha fatto per portarmi qui e quanto tempo ha impiegato, non mi ha mai fatto mancare niente e quindi anche per un fattore umano è giusto rinnovare il nostro rapporto. Sono contento di aver trovato solo società serie e tutt'ora scambio messaggi con tutti i presidenti che ho avuto. Glemone mi ha fatto sentire tutto il proprio calore e voglio restare per tanto tempo".

CONSIGLI - "Ho avuto tanti compagni più giovani di me ed il consiglio ricorrente è di restare sereno e di giocare innanzitutto per divertirsi. Purtroppo venendo dalla Gemonese, una squadra importante con giocatori dal passato blasonato, da giovane ho ricevuto un po' di nonnismo ma penso che anche questo ti faccia crescere. Arrivato a trentuno anni cerco di trattare meglio i miei compagni più giovani e di far loro da chioccia. L'orgoglio più grande è aver conquistato tutto il rispetto dei miei vecchi compagni, ad esempio Paolo Giorgi mi ha fatto tanti complimenti e ci siamo riabbracciati dopo anni da quella Gemonese. I sacrifici vengono sempre gratificati".

COMPAGNI ILLUSTRI - "Ho avuto la fortuna di giocare, insieme o contro, con gente che ha sempre dato del tu al pallone. Calciatori forti dai quali ho tratto tanti insegnamenti per diventare quello che sono".

ALLENATORI PREFERITI - "Chi mi ha dato qualcosa in più a livello umano, tattico e tecnico, mi permetto di dire che sono stati Gabriele Pecile a Caporiacco, Cleto Polonia a Venzone che mi ha insegnato come stare in campo e l'attuale allenatore Massimo Pittoni. Devo dire però che, chi più chi meno, tutti mi hanno lasciato tanto ed hanno contribuito alla mia crescita".

ERRORI - "Due scelte da ragazzo, in cui la testa era diversa e non mi sono comportato benissimo nei confronti delle società del momento con le quali mi scuso. Da ragazzino, all'eta di quattordici anni, avrei dovuto ascoltare di più un paio di persone che avrebbero potuto farmi iniziare una carriera calcistica più importante, ma preferii restare a casa piuttosto che trasferirmi. Di questo un po' mi pento".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 08/07/2020
 

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