VINCOLO SPORTIVO - Spadafora va verso l'abolizione
La proposta del ministro andrà discussa in Cdm a fine luglio per poi essere definitivamente votata a settembre. Rimarrebbe un indennizzo proporzionale che il calciatore dovrà pagare alla società. Ma chi controllerebbe eventuali lucri sotto banco? Non sarebbe più importante pensare a far ripartire il mondo giovanile e dilettantistico senza gli improponibili ed obsoleti protocolli di maggio?
Tremano le società, gioiscono i calciatori perché a breve, condizionale d’obbligo, potrebbero decadere il famoso vincolo sportivo dei dilettanti. La proposta è stata presentata dal ministro Spadafora nella bozza del Testo Unico per la riforma dello sport e, se tutto andrà bene – sono le parole del ministro – tra fine luglio e inizio agosto il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare il testo per arrivare al voto definitivo verso settembre.
Ma in pratica cosa accadrà? Ad oggi dal compimento del 14° anno di età, ma normalmente lo si fa al 17°, un calciatore dilettante può assumere il vincolo di tesseramento per la società con cui firma, fino al compimento del 25° anno di età. Dopo di che può chiedere lo svincolo per decadenza dei termini (Art. 32 Noif). In questo lasso di anni, se il calciatore avesse intenzione di cambiare società, lo può fare solo con il consenso (e la firma) della società di appartenenza, limitando quindi la libertà di scelta del calciatore.
Per essere “libero” al 30 giugno di ogni anno, all’atto di ogni tesseramento, il calciatore e la società devono sottoscrivere lo “svincolo per accordo”, disciplinato dall’art. 108 Noif. Altre possibilità di cambiare società sono legate a casi particolari quali il fallimento di detta società, il cambio di residenza in altra regione del tesserato, mancata sua partecipazione ad almeno quattro gare ufficiali durante la stagione sportiva o stipuli un contratto da professionista.
Con questo vincolo, più di qualche genitore ha dovuto sborsare fior di quattrini alla società in cambio della lista di trasferimento o dell’agognato svincolo. La modifica renderebbe il vincolo annuale, come attualmente lo è per i giovani fino al compimento del 16° anno, “Gli atleti potranno liberarsi a fronte di parametri che saranno fissati dalle singole federazioni” ha spiegato il ministro Spadafora.
Sempre un indennizzo sarà, ma dovrebbe essere proporzionale all’età, agli anni di carriera e alla categoria di destinazione. Resta un dubbio: chi controllerà che le società chiedano il reale importo corrispondente e, sotto banco, non lucrino?
Ma soprattutto, Spadafora non ha altro di più importante a cui pensare adesso? Tipo la ripresa dei campionati giovanili e dilettantistici senza gli assurdi ed improponibili protocolli di maggio, per gran parte ormai obsoleti?
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