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Edizione provinciale di Gorizia


LA RIPRESA - Ancora tante, troppe incertezze

Incontro bis a Trivignano tra una trentina di presidenti di società: pubblicati i gironi dei vari campionati e i calendari delle Coppe, ma parecchie “nubi” impediscono un avvio sereno dell’annata. Oltre al problema dei possibili contagi con “riflessi” lavorativi. Intanto almeno una decina di società hanno tesserati “positivi” ed il tempo stringe. Dall’imminente riunione tra il presidente Canciani e i referenti politico - sanitari della Regione un indirizzo finalmente più chiaro?

Non è vero che tutto è a posto. Di sicuro, sarebbe stato meglio muoversi prima. Nonostante l’ottimismo (forzato) dei vertici, il carrozzone del calcio dilettanti deve ancora capire come uscire dalla jungla del Covid - 19 senza affondare le ruote nel pantano. Lo hanno ribadito la trentina di presidenti di società riunitisi nuovamente (dopo l’assemblea spontanea del 18 agosto scorso) a Trivignano: in esame le possibilità di una ripartenza imminente - gironi e primi turni di Coppa sono già stati ufficializzati - ma carica di incognite. Anche perchè sono ormai una decina le società che annoverano le loro fila tesserati positivi al Coronavirus. Vediamo due casi venuti a galla.

Proprio il Trivignano (la quarantena termina oggi) ha scoperto, per quanto concerne la prima squadra, un ragazzo positivo - asintomatico al Covid - che aveva già iniziato gli allenamenti. “E’ stato l’inizio di un calvario - ha spiegato il presidente bianconero Menarbin, ormai dichiarato punto di riferimento dei colleghi - ho provato fino a lunedi a contattare la Federazione e l’Asl: risposte zero. Ho inoltrato poi una mail all’assessore  Riccardi e alla Federazione. Contattando pure l’Asl di Palmanova, la quale ci ha chiesto di inviare i dati di tutti i ragazzi entrati a contatto con il positivo. La questione è stata successivamente delegata alle Asl di competenza: i ragazzi appartenenti alla Asl di Udine, ad esempio, si sono sottoposti al tampone in forma privata. Ciò che manca davvero, credo, è un referente competente in Figc che dia assistenza. La realtà dei fatti resta seria: se trovi un altro positivo riparti da capo, come il gioco dell’oca. E oltre al problemi penali dei presidenti, c’è pure la questione morale: colui che deve fare i conti con il lavoro, non credo possa permettersi di rimanere assente a lungo senza rischiare il posto”.

Situazione delicata anche a Codroipo dove, un ragazzo sottoposto al tampone la domenica sera, lunedi mattina ha avvisato il club della propria positività. Attivato il drive - in per tutta la squadra, martedi sono stati effettuati i tamponi e, in meno di 36 ore, i risultati hanno rivelato altre quattro situazioni estreme: il contagio era avvenuto prima in discoteca e poi all’interno di un’auto.  Il problema, un'altra grossa lacuna è che non esiste uniformità di comportamento: in Veneto, ad esempio, il secondo tampone - che, di solito, concede l’eventuale via libera - viene effettuato dopo 72 ore. Cosi, se uno risulta negativo, può tornare al lavoro. Ma anche questo è un nodo fondamentale, forse trascurato: ci si è preoccupati di ripartire senza pensare alla ripercussione sulle vite dei singoli a livello occupazionale.

HANNO DETTO. Ecco alcuni pareri raccolti in loco. Marko Kerpan, alle soglie dei 25 anni da presidente della Juventina: “Stiamo perdendo una chance, dobbiamo alzare la mani e la voce e dire ci siamo anche noi”. Bertoia, presidente del Colloredo che ha scelto di non iscriversi alla Coppa Regione: “Tra un mese le temperature si abbasseranno: come faranno i giocatori, bagnati e sudati, ad entrare a turno sotto la doccia? Nel frattempo non faccio la Coppa e aspetto. Poi vedremo se partire il 27…” Bernardis, primo dirigente del Moimacco: “Con questo andazzo non mando in campo una squadra con preparazione precaria, rischiando di romperne metà.” Mazzucato, presidente del Diana: “Abbiamo giocatori in quarantena e, di riflesso, anche persone non legate all’ambiente calcistico. Ho scritto al presidente della regione: quando è stata emanata la prima ordinanza sugli sport di squadra, in regione c’erano 36 positivi. Cosi tutti ci siamo iscritti ai campionati. Ora la curva tende però a salire: chi dice giocate, deve anche poter dire non giocate. Rischiamo di essere le nuove discoteche. Il presidente Canciani tiene i toni bassi, rassicura, lo capiamo: ma non può bastare” Ioan, ds del Sevegliano/Fauglis: “E’ una pazzia iniziare a tutti i costi, con il rischio che le squadre si contagino a vicenda. Senza contare le ripercussioni sul lavoro: qualcuno rischia di stare a casa se ha un collega che gioca a calcio…” E il famoso vademecum ? Se ne parlerà in regione, probabilmente domani pomeriggio: alla prossima.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 01/09/2020
 

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