PUBBLICO SI' - Finalmente si vede una luce in fondo al tunnel
Tifosi allo stadio (i nostri campi) senza tante norme assurde (tracciamento, misurazione della temperatura, autodichiarazioni ambigue): stanno prevalendo il buon senso insieme alle necessarie precauzioni per la salute
Forse finalmente si vede una luce in fondo al tanto discusso tunnel che assomigliava sempre più all’antro infernale dantesco, dentro il quale le girandole di voci su come le società debbano comportarsi in occasione di gare, assomigliavano ai gironi che portano a Lucifero.
Sul Comunicato ufficiale n. 22 della Federcalcio regionale, finalmente, ed è il caso di sottolinearlo, a pagina 2 si legge testualmente:
“Si precisa che per quanto riguarda le gare che vengono disputate nella Regione Friuli Venezia Giulia si deve fare riferimento a quanto previsto dal DPCM in vigore e dall’Ordinanza emessa dal Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia”.
Cosa significa ciò? Che l’accesso al pubblico è consentito nella misura massima ammessa dalla capienza dell’impianto sportivo, tenendo presente l’obbligo del distanziamento interpersonale di almeno 1 metro (eccetto le persone conviventi). La riduzione della capienza diventa quindi flessibile “de facto” e non con il limite massimo di 1000 spettatori previsto dal Dpcm.
Inoltre sono sempre valide, in quanto emesse in occasione della Conferenza delle Regioni, le linee guida per la ripresa delle attività, nello specifico quelle di spettacolo in luogo pubblico e normate. In tali linee guida non si fa espressamente obbligo, ma solo una facoltà, al tracciamento degli spettatori, alla misurazione della temperatura, e l’obbligo delle mascherine è determinato dal Dpcm, dalle ordinanze regionali e dall’ordinanza del ministro della salute, in vigore. In poche parole va indossata durante gli spostamenti all’interno dell’impianto sportivo ma non in tribuna o al chiosco durante le consumazioni, fermo restando l’obbligo del distanziamento.
Speriamo sia la volta buona che i tifosi possano andare allo stadio senza tante manfrine, autodichiarazioni molto ambigue e pericolose dal lato penale e poco rispetto della tutela della privacy, questa anche in mancanza della classica ed obbligatoria “informativa privacy” (il foglio scritto con caratteri microscopici dove vanno barrate alcune caselle), con indicazione del titolare del trattamento dei dati e firmato separatamente.
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