IL PERSONAGGIO - Lerussi: questo non è calcio, aspettiamo il vaccino
Il tecnico, che si stava apprestando a seguire gli Allievi Regionali del Rivolto, commenta la situazione di crisi: "Tutto il movimento è in crisi, anche in Serie A. Pensare ad una partita a porte chiuse era impensabile mentre ora è la normalità, non sono d'accordo"
Esperienza impareggiabile ed ancora tanta voglia di fare. Mister Martino Lerussi ci racconta quella che sarebbe dovuta essere la sua nuova avventura, negli Allievi Regionali del Rivolto, che è terminata prima di partire a causa del blocco dei settori giovanili: "Al momento cerco di dare una mano agli amici in termini di sicurezza, visto che lavoro per un'azienda che lavora per la sicurezza delle case. A livello calcistico pronto ad iniziare una nuova avventura negli Allievi Regionali a Rivolto, ma purtroppo non siamo riusciti a partire. A 70 mi ero riproposto di partire dai settori giovanili perchè secondo me ho ancora tanto da dare ma la situazione attuale non l'ha permesso. Già a luglio si era capito che la situazione non sarebbe stata rosea, a questi giovani mancherà lo sport, la condivisione ed i rapporti umani".
RIPARTENZA - "Ho rispetto per me stesso, per la mia età e per il prossimo. Mantenendo le distanze si possono fare tante cose, ma i meccanismi di spogliatoio, gli abbracci e lo stare insieme sono impossibili da conciliare alle norme anti Covid. Finchè non ci sarà un vaccino è impossibile fare calcio e tutto il movimento è in crisi, anche in Serie A, ormai non si pagano gli stipendi e non girano più soldi. A mio parere il Governo sta facendo continuare i professionisti perchè ha bisogno delle tasse che entrano dal mondo del calcio. Il calcio a porte chiuse è impensabile, mentre adesso è la normalità, per me è sbagliato".
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