MORUZZO - Metus: niente sport ai bambini è un delitto, andiamo avanti
Il presidente bianconero spiega la linea societaria in questi momenti di difficoltà: "Prima squadra ferma dall'ultima partita di campionato, svolgeranno allenamenti casalinghi. Il settore giovanile non può fermarsi, ha una valenza sociale troppo alta e nel rispetto dei protocolli si può andare avanti"
Il presidente del Moruzzo, Massimo Metus, non molla e rivendica l'indiscusso valore sociale ed umano che rappresentano le scuole calcio ed il settore giovanile per i più piccoli. Nel rispetto dei protocolli la società bianconera, che ha interrotto le attività della prima squadra, manderà avanti gli allenamenti dei calciatori in erba con due allenamenti settimanali, per favorire la socializzazione ed un momento di spensieratezza per i propri giovani tesserati: "Siamo sempre in attesa di notizie dai dirigenti regionali per capire quando potremo allenarci. Cerchiamo di tirare avanti il carrozzone, capendo il momento, ma diventa davvero difficile. Vogliamo tenere alta la fiammella della passione per questo sport nei confronti dei ragazzi e delle loro famiglie".
ATTIVITA' - "Con la prima squadra siamo fermi dall'ultima partita che abbiamo potuto disputare, perchè i ragazzi lavorano e nessuno vuole mettere a rischio la propria salute. Hanno dei programmi personalizzati che possono svolgere da casa e cerchiamo di farli restare in forma in questo modo. Con il settore giovanile andremo avanti, con due allenamenti settimanali in maniera individuale e con cinque metri di distanza, per favorire l'attività dei bambini che hanno più bisogno di tutti del movimento all'aria aperta e della sana socializzazione. Togliere lo sport ai bambini è un delitto, infatti le famiglie hanno apprezzato tutti i nostri sforzi atti a farli divertire ed a lasciargli un attimo di divertimento e spensieratezza, ha un altissimo valore sociale anche se burocraticamente rischiamo tanto. Secondo me rispettando i protocolli si può fare tutto".
QUOTA SOCIALE - "Ci siamo imposti di far pagare una prima trance ai genitori per coprire le spese fino a dicembre, mentre la parte restante è sospesa e dipenderà da quando si potrà tornare alla normalità. Cerchiamo di venire incontro, sapendo in che momento ci troviamo con famiglie costrette a non lavorare. Lo sport deve essere un aiuto e non un peso, come società ci rimetteremo economicamente ma non possiamo interrompere lo sport per i bambini, ha una valenza sociale troppo alta. Andiamo avanti e siamo contenti di farlo".
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