IL LUTTO - Trivignano piange Giovanni Forte
Ci ha lasciato, a soli 64 anni, un’ istituzione della società bianconera. Menarbin: “Una perdita gravissima. Fautore della rinascita nel 2010, senza di lui non sarei mai diventato presidente”
Un'altra giornata infausta per il mondo del calcio dilettanti regionale. In particolare per l’intera comunità di Trivignano: a soli 64 anni, infatti, ci ha lasciato improvvisamente uno dei suoi figli, Giovanni Forte. Per la società bianconera, il “Nani” è stato tante cose assieme: appassionato, dirigente, amico, critico. Oltre che profondo conoscitore del balon nostrano: una vera enciclopedia. Ha trovato il modo anche di “travestirsi” da giornalista: all’inizio degli anni ‘80, sul “Messaggero Veneto”, le sue cronache puntuali e ficcanti narravano le gesta di quei “guerriglieri” (Moras, Macuglia, Petrello, Zucco, Nobile, Toffolini, Della Rovere e Mansutti solo per citare qualche nome) senza paura che, ambasciatori di un piccolo comune friulano di 1500 abitanti, si fecero onore in varie edizioni dell’allora campionato Interregionale. Sfidando squadroni di alto lignaggio come Venezia e Conegliano. E combinando loro pure qualche scherzetto… “E’ una grave perdita per tutto il Trivignano - sono le parole dell’affranto numero uno del club, Matteo Menarbin - Giovanni, che non ricopriva più alcuna carica ufficiale ma era sempre presente per offrire il suo contributo, nel 2010 è stato uno dei fautori della rinascita: senza di lui non sarei mai diventato presidente. Avevamo chiacchierato amabilmente anche lunedi scorso: parlando di calcio e del Milan, squadra della quale entrambi siamo tifosi sfegatati. E, ovviamente, anche del Trivignano. Sono davvero affranto.”
Chi scrive queste tristi note l’aveva salutato l’ultima volta ad agosto, in occasione dell’incontro con i presidenti di società organizzato proprio presso il campo sportivo del sodalizio bianconero. Amato e “servito” sino all’ultimo giorno. Era il solito “Nani”: energico, empatico, disponibile, un pizzico brontolone. A distanza di cosi poco tempo, è assurdo pensare che non ci sia più.
Ciao Giovanni, non ti dimenticheremo. (r.z.)
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