RIFORMA - Ronco: si rischia di far sparire il settore giovanile
Il presidente del Donatello commenta il cambiamento: "Spero che non vada in porto, sicuramente non entrerà in vigore prima di un biennio ma penalizzerebbe società virtuose come la nostra"
Anche Simone Ronco, presidente del Donatello che è da sempre una società leader nella formazione dei giovani calciatori, si è espresso sulla riforma proposta dal Ministro dello Sport Spadafora e che rischia di far crollare su sè stesso il calcio giovanile e quello dilettantistico: "Spero che la LND faccia capire a chi di dovere che una società dilettantistica, che cura il settore giovanile, rischia di sparire con una riforma del genere. La cosa che aggrava tutto è che arriva nel momento di maggior crisi degli ultimi anni dovuta al Covid, magari in un altro momento se ne sarebbe parlato e discusso, ma ad oggi è inammissibile. Le rette mensili ovviamente vengono a mancare senza attività, gli sponsor idem, così si fa davvero dura. Ci sono società che basano la propria storia lanciando i giovani del proprio vivaio sia nei dilettanti che nei professionisti quindi andando avanti per questa strada si mette a rischio tutto il movimento calcistico. Noi stessi siamo da sempre riconosciuti per il nostro settore giovanile che è un'eccellenza. Penso e spero che tutto ciò non andrà in porto".
ENTRATA IN VIGORE - "Confrontandomi con il mio legale ho saputo che, se verrà attuata, questa riforma non entrerà in vigore prima di due anni perchè si studieranno dei "paracadute" per le società. Resta da capire se questa riforma sarà retroattiva, e dunque interesserà anche i giocatori attualmente sotto contratto, o se riguarderà solo i giovani che arriveranno nel nostro vivaio dopo l'entrata in vigore di questa riforma".
CALCIO GIOCATO - "Le giovanili riprenderanno a giocare come minimo a febbraio, dodici mesi dopo l'ultima partita. Il livello sarà ovviamente più basso perchè i ragazzi non saranno più abituati a giocare".
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