DIANA - Mazzucato: facilitare la vita alle società dilettantistiche
Il presidente biancazzurro si è soffermato anche sul vincolo sportivo: "E' importantissimo e bisogna preservarlo fino ai 24 anni come succede attualmente. Toglierlo vorrebbe dire non programmare"
In questo periodo di insofferenza e disillusione per quanto riguarda l'immediato futuro del calcio dilettantistico, l'assemblea di Lignano Sabbiadoro è stata un'ottima occasione per riascoltare i presidenti in attesa di novità confortanti. Al termine della stessa abbiamo avuto l'occasione di ascoltare Urbano Mazzucato, presidente del Diana che si è detto sorpreso per la partecipazione di questa riunione straordinaria, soprattutto in tempo di Covid: "E' stata una bella assemblea, molto partecipata, il che mi ha sorpreso perchè è sintomo di un grande attaccamento al movimento calcistico".
"Penso che nessuno vorrebbe trovarsi al suo posto in questo momento difficile e pieno di cambiamenti nel mondo dilettantistico - ha ammesso il massimo dirigente biancazzurro - c'è una riforma dello sport alle porte e tanti problemi economici ma anche giuridici legati al nostro mondo. I prossimi quattro anni dovrà portare avanti un lavoro molto impegnativo".
Il fulcro del secondo mandato del presidente Canciani sarà sicuramente una semplificazione per gli enormi oneri che le nuove riforme stanno addossando alle società dilettantistiche: "Come società chiedo di intervenire per garantire una semplificazione degli adempimenti amministrativi e burocratici che sono a carico delle associazioni sportive che, come ha ricordato durante l'assemblea, sono portate avanti da volontari. Non si può parlare di lavoratori dello sport ed equipararli a questi ultimi, con troppe responsabilità e come se fosse un'impresa vera e propria, è assolutamente sbagliato".
Tema di acceso dibattito negli ultimi mesi è stata la riforma Spadafora, che porterebbe ad una cancellazione del vincolo sportivo per gli atleti in erba: "E' importantissimo e bisogna preservarlo fino ai 24 anni come succede attualmente. Toglierlo vorrebbe dire non programmare: diventeremmo società amatoriali dove i giocatori ogni anno cambiano e non si ha più la possibilità di fare progetti a medio e lungo termine. Mio figlio fa settore giovanile in una società limitrofa alla mia quindi capisco i tempi, i costi e gli oneri che deve sostenere chi si addentra in questo mondo. Molti ragazzi che sono in questo settore si disperdono ed i costi non vengono sostenuti da chi prosegue l'attività. L'età media si sta alzando e questo non è un buon segno".
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