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Edizione provinciale di Gorizia


CONI - Senza Ministro dello Sport torna la centralità

Sarà il principale interlocutore tra Governo e Federazioni per la ripartenza, la mancata nomina di una carica che gestisca il settore sportivo potrebbe non essere necessariamente un fattore negativo

 La ritrovata centralità del Coni. Quante volte in questi giorni, soprattutto in riferimento all’Eccellenza che dovrà diventare di rilevanza nazionale (per riprendere sin da subito i propri allenamenti tradizionali), abbiamo sentito nominare il Coni? Nel caso specifico citato magari può essere assimilabile a mera coincidenza, in quanto il riconoscimento dell’“interesse nazionale” è prassi che debba arrivare da Piazza Lauro de Bosis in Roma.

In generale il discorso è più ampio e certifica, per vari aspetti, una nuova e ritrovata centralità del Coni e del suo presidente Giovanni Malagò (foto) nelle decisioni che riguardano lo sport. L’indizio principale è stato dettato dal Governo che, non nominando un Ministro dello Sport (nella storia recente si sono annoverati solamente Giovanna Melandri, Luca Lotti e Vincenzo Spadafora), ha legittimato questa situazione. L’assenza del Ministro non va letta esclusivamente in chiave negativa (certo, a livello d’impatto, non è il massimo per i nostri movimenti…) ma può lasciar spazio ad altre conclusioni.

Allo stato attuale delle cose non facciamo torto a nessuno se sosteniamo a chiare lettere che il Coni diventa il principale interlocutore per Governo e Federazioni in ottica sportiva. Al Coni, probabilmente, sarà demandato il ruolo di supervisore nell’ottica delle ripartenze dei movimenti regionali post-Covid. Tra cui il calcio dilettantistico. Sarà il Coni a trattare in nome e per conto dello sport italiano, in attesa che in questo fine settimana si aprano spiragli significativi nell’ottica dei fondi da destinare alle società per l’adempimento del protocollo sanitario. Le elezioni federali del 22 febbraio (dove concorrono il numero uno uscente Gabriele Gravina e il presidente della Lnd Cosimo Sibilia) potrebbero segnare una data spartiacque sul calendario.

Che la volontà di ripartire, paventata dalla Lnd e avallata dalla Figc con richiesta al Coni di intervenire per favorire l’iter del riconoscimento nazionale, possa essere certificata proprio in quell’occasione?

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Il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti con questo titolo non intendeva "ammazzare" il nostro mondo, quello dei Dilettanti, ma ha usato questa terminologia per archiviare l'esperienza del Governo Conte II, ormai sostituito da Mario Draghi. E noi prendiamo in prestito questo titolo per giudicare la nuova squadra dei ministri, ma qui arriva subito una nota dolente.
A leggere i nomi ci aspettavamo di più, di volare alto e invece evidentemente il Paese di più non offre e bisogna fare il pane con la farina che si ha a disposizione.
Ma veniamo al dunque: è stato varato il ministero della Transazione Ecologica (?) ma manca il ministero dello Sport, fino a ieri affidato a Vincenzo Spadafora, uno che si congedò ammettendo: "Non conoscevo il mondo dello sport".
Fermo il calcio dilettanti e tutto lo sport di base, piscine e palestre chiuse... tutto questo non è bastato a Super Mario per varare un apposito dicastero (con un ministro con portafogli).
Una mancanza che sta facendo indignare e preoccupare gran parte di questo mondo, già fortemente provato dall’emergenza Covid.
Ci sarà tempo per assegnare la delega allo sport magari a Roberto Garofoli, nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ex capo di gabinetto del Mef e grande appassionato di tennis? Sennò si parte male...(G.G.)

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  Scritto da La Redazione il 18/02/2021
 

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