IL RITORNO - Kabine? L'ex capitano domani non giochi
A tre mesi e mezzo dal clamoroso divorzio col Cjarlins Muzane riteniamo che l'attaccante dell'Adriese farebbe bene a non affrontare la sua ex squadra...
Domani Mehdi Kabine è atteso, insieme all'Adriese, al Della Ricca di Carlino, lo stadio dove per due stagioni e mezzo è stato applaudito, coccolato, considerato come l'asso del Cjarlins Muzane. Un idillio spezzato improvvisamente dallo stesso attaccante lo scorso dicembre quando, tra lo stupore generale, Kabine decise di andarsene e, nel giro di poche ore, accasarsi all'Adriese. Quel colpo di scena ha provocato incredulità, sconcerto, rabbia, perché è arrivato da chi aveva stretto un patto d'acciaio con la società, col presidente Vincenzo Zanutta in primis, con i compagni di squadra che gli avevano affidato la fascia da capitano e l'eredità di Gianluca Migliorini.
Ora non si vuole qui ripercorrere una vicenda ancora poco comprensibile, magari per chi ingenuamente (noi siamo tra quelli) continua a credere che il calcio, specie quello non professionistico, sia qualcosa di molto di più e di diverso da una semplice collaborazione, magari remunerata (e magari assai ben remunerata), tra un calciatore e un club. Kabine dichiarò che se ne andava per non essere stato schierato da Patrick Bertino tra i titolari della sfida con il Caldiero Terme (2-2, con Mehdi in campo dal 56' al posto dell'amico Sottovia). La motivazione lasciò sgomenti, ma tant'è, l'allora capitano ha compiuto quella scelta e la vita è continuata.
Domani, dunque, dovrebbe essere il giorno del ritorno del bomber, nei panni di avversario, a Carlino. E noi ci permettiamo di chiedere a Kabine di non scendere in campo, di inventarsi una scusa oppure, semplicemente, di ottenere dall'Adriese di non essere schierato. Lo faccia non perché il Cjarlins Muzane debba aver paura di lui (sulle qualità calcistiche del giocatore, per altro, nessuno ha mai avuto dubbi): la squadra ora guidata da Nicola Princivalli ha dimostrato di avere le spalle robuste e di essere in grado di superare i momenti difficili, compreso quello attraversato quando capitan Mehdi lasciò la nave in brutte acque il 16 dicembre 2020.
Noi chiediamo a Kabine di non giocare come segno di rispetto per quei due anni e mezzo in cui è stato trattato "come un figlio" e perché, pur sentendosi a ragione tradito, il presidente Zanutta gli ha concesso il trasferimento all'Adriese quando avrebbe potuto tranquillamente (e in molti lo avrebbero fatto) sbarrargli la strada.
Mehdi Kabine è nelle condizioni ideali per comportarsi come e meglio di Totò Di Natale il quale, magari per altri motivi, ha sempre trovato il modo di non affrontare il "suo" Napoli: ha la caviglia in disordine, Mehdi, ha appena segnato una doppietta, quella che domenica ha salvato i granata dalla sconfitta in casa contro il Cartigliano (dall'1-3 al 3-3 grazie, appunto, al trentaseienne cannoniere entrato nella ripresa), non fa parte di una squadra che si trova nell'indispensabile situazione di dover far risultato (l'Adriese naviga a metà classifica, avendo gli stessi punti del Cjarlins anche se con una gara disputata in più), senza contare che tornerà disponibile per la gara in Friuli il suo gemello del gol, il micidiale Giacomo Marangon.
Le passiamo la palla, ex capitano: tocca a lei decidere a diverse settimane da quel burrascoso divorzio come stopparla e cosa farne.
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