IL PROTAGONISTA - Vicario, esordio da brividi
Battesimo in serie A, a 24 anni e mezzo, per il portiere friulano, formatosi tra Ancona e Udinese e visto anche al Fontanafredda: domani, al “Meazza”, con il suo Cagliari, sfiderà l’Inter di Conte e Lukaku
Ci siamo, il grande momento è arrivato. Parzialmente agevolato dal Covid - che ha messo fuori causa il titolare Cragno - ma sicuramente meritato in virtù delle sue notevoli qualità tecniche e fisiche. Guglielmo Vicario, il portiere cresciuto nel vivaio dell’Ancona di Vicenzo Pisacane e transitato all’Udinese (per una stagione, in D, ha poi “volato” tra i pali a Fontanafredda), esordirà infatti, domani, in serie A. Per il 24enne (è nato a Udine il 7 ottobre 1996) estremo difensore del Cagliari un battesimo da far venire i brividi: i rossoblu saranno infatti di scena al “Meazza” nel “lunch match” della giornata di ritorno (la gara sarà visibile su Dazn alle 12.30) per affrontare un’Inter lanciatissima verso lo scudetto. Nella corrente annata sportiva Vicario, di proprietà della società sarda, è stato schierato (dall’ex mister Di Francesco, poi licenziato a favore di Semplici) soltanto nelle tre gare di Coppa Italia disputate da Godin e soci: quelle contro Cremonese, Verona e Atalanta. Nella sfida ai nerazzurri di Gasperini, Vicario aveva regalato un’ottima performance: non sufficiente, però, ad evitare l’eliminazione.
Il precedenza, il nipote di Alessandro Bais - inespresso trequartista di gran classe degli anni ottanta - aveva indossato (per un felice quadriennio, dal 2015 al 2019) la casacca del Venezia. Lo scorso anno, infine, la parentesi al Perugia, in B. Continua cosi la grande tradizione dei portieri friulani sbarcati nel calcio che conta. E, senza scomodare il “mito” Dino Zoff, ci limitiamo a ricordare gli ultimi, in ordine di tempo, capaci di imporsi all’attenzione degli addetti ai lavori: Simone Scuffet e Alex Meret. (r.z.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA