VIRTUS CORNO - Libri: "Attendiamo risposte. Ermes tra due fuochi..."
La società biancazzurra è ancora ferma a livello di Prima squadra, mentre il settore giovanile ha ripreso gli allenamenti. L'importanza di tornare al calcio giocato attraverso tornei meno costosi e più semplici da organizzare...
C'è attesa tra le società calcistiche per conoscere quello che riserverà loro il futuro: la fase è delicata, programmare in una situazione così incerta è molto difficile, si chiedono regole chiare e sostegno per ripartire, in particolare alla Figc nelle sue varie articolazioni. E' in modalità "d'attesa attiva", ad esempio, la Virtus Corno: il settore giovanile segue scrupolamente i regolamenti, in particolare quelli anti-Covid, tutto è fermo invece a livello di Prima squadra. Spiega il presidente Antonino Libri: "Per quel che riguarda la formazione seniores ci troviamo in un limbo, mancano chiarezza e risposte su tanti, troppi aspetti. Mister Caiffa? Non è in discussione, ma ogni discorso sulla prossima stagione, lo ripeto, è per adesso stato accantonato. Divero è lo stato dell'arte che concerne il settore giovanile, comprendendo anche la Juniores: i ragazzi si stanno allenando, non ha molto senso il non poter fare la doccia, ma ci sono delle regole e vanno rispettate alla lettera anche quando non appaiono logiche. Indubbiamente, si avverte l'esigenza di tornare a giocare, magari anche attraverso la disputa di tornei. Tornei che in questa prima fase non dovrebbero avere costi per le società e dovrebbero essere semplici da organizzare e liberi da adempimenti simil-burocratici. Anche sotto questo profilo ci attendiamo che la Federcalcio prenda l'iniziativa e aiuti a rimettere in moto il calcio giocato, quello giovanile in primis, perché il rischio, altrimenti, è quello di perdere tanti ragazzi, soprattutto da una certa età in su. Coraggio, quindi, e penso al presidente del Comitato regionale Ermes Canciani: è facile criticarlo, ma sarebbe ingiusto, lui si trova tra due fuochi: da una parte ci sono le attese delle società, dall'altra c'è il complicato processo autorizzattivo che a Roma ritarda le risposte e frena lo slancio e la voglia di agire a livello periferico".
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