SACILESE - Driussi: dilettantismo abbandonato, così rischia di morire
Il presidente biancorosso fa la sua invettiva alle alte sfere che comandano il calcio italiano: “La Federazione non ha rispetto verso il dilettantismo. Poche norme ed a nostro sfavore hanno portato alla perdita di oltre 5000 tesserati che si sono spostati verso sport con meno difficoltà burocratiche ma soprattutto con meno spese. Non c’è più volontariato e socialità, si pensa solo al business delle massime categorie”
Il calcio dilettantistico è ancora scosso da questo anno e mezzo di pandemia che l’ha di fatto paralizzato, dalle norme e dalle leggi che penalizzano le piccole società e dal disinteressamento da parte delle alte sfere verso le problematiche sorte da questi fattori che hanno portato all'allontanamento di migliaia di tesserati. Sono questi i temi toccati da Ivano Driussi, presidente della Sacilese, che non ha usato mezzi termini per inviare la sua invettiva verso la Federazione. Riportiamo di seguito le sue parole integralmente:
“Abbiamo una Federazione che non ha un minimo rispetto verso il dilettantismo: non sono state fatte abbastanza norme e quelle poche presenti sono tutte a nostro sfavore. Ci si dimentica che per diventare professionisti bisogna passare dal dilettantismo, stanno cercando di eliminare la socialità ed il volontariato. Le nuove norme sul settore giovanile sono penalizzanti, vogliono addirittura eliminare dalla Coppa Italia la Lega Pro. Vogliono fare un’oligarchia facendo morire non si sa quante società e purtroppo vedo un immobilismo da parte dei Comitati Regionali, si pensa solo a far firmare i cartellini ma non si pensa a portare i ragazzini a giocare a calcio. C’è un allontanamento totale dal calcio perché negli altri sport c’è molta più facilità nelle iscrizioni e nelle pratiche burocratiche, abbiamo 5000 tesserati in meno e non se ne parla. Non c’è alcun tipo di supporto alle società ed è una vergogna. C’è un silenzio totale da parte delle Federazioni, non si sa ancora se si ripartirà a settembre, non si programma nulla. Per fare dei campus estivi c’è più burocrazia che in Serie A, come si fa ad andare avanti così? C’è una totale mancanza di sponsor, di partecipazione a causa della burocrazia insensata, dei segnali organizzativi e di supporto all’intero mondo dilettantistico e dalle alte sfere pensano solo al business del calcio professionistico. Forse vogliono farci sparire. Vogliono farci tesserare i ragazzi anche solo per farli allenare e questo comporta un costo per le famiglie che probabilmente non possono sostenere. Il volontariato e l’ambito sociale dov’è andato a finire? Tutti i tesserati persi si sono spostati su altri sport, molto meno complicati da praticare e con molte meno spese da affrontare. Le società sono in grande difficoltà e lo si vede da tutte le fusioni che si stanno organizzando tra società storiche. Non c’è considerazione nei nostri confronti, abbiamo più volte sollecitato il presidente Gravina a mandarci una lettera per il nostro centenario e non abbiamo ricevuto risposta. Questa è una mancanza assoluta di rispetto nei confronti del calcio dilettantistico. C’è una divisione totale tra professionismo, semiprofessionismo e dilettantismo, lo si è visto anche dalle parole di dissenso da parte di Sibilia per quanto riguarda l’eliminazione della Serie C dalla Coppa Italia”.
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