Una parentesi alla Bujese terminata in maniera prematura, in cui non si è potuto esprimere al meglio, ora la ricerca di una società che gli dia materiale umano, ma soprattutto tempo a disposizione per lavorare e far acquisire ai suoi giocatori la propria filosofia di gioco, moderna ed offensivista. Con Mario Chiementin abbiamo spaziato, parlando di calcio a trecentosessanta gradi: dalle sue esperienze in panchina, alla Manzanese che l’ha accolto per fargli assistere a qualche allenamento, per concludere con un parare su Serie A e Champions League: “A Buja non ho potuto finire il lavoro iniziato. Adesso ho alcune proposte nel Carnico, ma vorrei tornare al Campionato Invernale, anche per dimostrare e far vedere quanto valgo”.

NIMIS – “Preciso che, a differenza di quanto detto e scritto erroneamente, in quella parentesi andai via di mia spontanea volontà, perché mi piace allenare dove c’è materiale umano, dove si può fare un lavoro in prospettiva o comunque un progetto a vincere. L’importante è poter lavorare, questa è la mia filosofia di calcio. L’ho fatto anche in questo periodo in cui mi sono tenuto aggiornato andando a vedere un po’ di allenamenti della Manzanese, grazie al direttore generale ed a mister Vecchiato che mi hanno dato la possibilità di assistere dall’interno”.

MANZANESE – “Da quello che ho potuto vedere è veramente una gran bella squadra, con giovani validi. Nel calcio è difficile tenere alta la concentrazione per tutto l’anno, anche perché ci sono altre squadre che hanno strutture diverse, ma li ho visti davvero bene. Questo calo è un peccato, probabilmente fisiologico o forse dovuto al Covid, ma penso che potranno giocarsela ai playoff. Hanno fatto un grande campionato, parlando con Paolucci ho visto come anche loro fossero sorpresi dal rendimento della squadra, poi si sa che l’appetito vien mangiando e sono andati sempre meglio fino a questo piccolo calo di rendimento”.

PROSSIMA ESPERIENZA – “Cerco una società seria che mi faccia lavorare, non mi fa paura scendere di categoria. La mia idea di calcio è moderna ed ha bisogno di poterci lavorare con costanza per farla acquisire e metabolizzare dalla squadra. Voglio una squadra che comandi in campo, che sia sempre propositiva, che giochi per vincere e che si difenda attaccando. Non mi piace il calcio difensivista”.

SERIE A – “Sicuramente il Sassuolo è più vicino alle mie idee di gioco rispetto all’Atalanta, che è anche molto elogiata, ma gioca molto sugli uno contro uno ed in certi momenti non è avvezza alla mia filosofia di gioco. Penso che, al di là del modo di giocare, bisogna avere i giocatori forti per poter eccellere e sotto questo punto di vista l’Atalanta è la squadra che sta stupendo di più negli ultimi anni. Sicuramente non mi piace il gioco di Inter e la Juventus, nonostante i risultati raggiunti, e guardando le coppe europee, purtroppo, si vede come altre nazioni siano ad un livello molto superiore al nostro, quasi un altro mondo. Il Manchester City di Guardiola mi piace tantissimo”.

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