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Edizione provinciale di Pordenone


IL PERSONAGGIO - Kabine: chiudere in bellezza vincendo il campionato

Il goleador di Casablanca, a segno sedici volte in questa stagione, sente ancora di poter fare la differenza anche con trentasette primavere sulle spalle: “Penso che alla mia età nessuno abbia segnato di più quest’anno. A settembre inizierò a fare il corso da direttore sportivo ma ricevo ancora chiamate per giocare, voglio una squadra che punti alla vittoria”. E su un clamoroso ritorno al Cjarlins: “Mi piacerebbe ma le cose si fanno in due”

Ancora una stagione eccezionale, che lo fa riconfermare tra i più prolifici goleador della Serie D anche a trentasette anni d’età. La prima parte di stagione con il suo Cjarlins Muzane, poi l’inaspettato addio che gli ha fatto togliere la fascia di capitano arancioblu dal braccio a causa di qualche panchina di troppo e la decisione di spostarsi in Veneto, all’Adriese che con tredici reti ha letteralmente trascinato alla salvezza. Mehdi Kabine non lascia, anzi prosegue con la voglia di chiudere in bellezza la propria carriera da calciatore, con la vittoria di un campionato, per poi intraprendere una seconda vita da ds: “È stato un anno entusiasmante ma molto difficile e lungo, con mille difficoltà e tante situazioni positive o meno. Dal punto di vista personale ho raggiunto degli obiettivi soddisfacenti, anche se non a pieno perché volevo arrivare a quota 20 gol, però sono contento lo stesso perché ne ho fatti 16 di cui 13 importantissimi per la salvezza dell’Adriese”.

VOTO PERSONALE – “È il sesto anno che raggiungo un bottino di reti così importante, più vado avanti e più riesco a trovare continuità. Quest’anno ho segnato dei gol importanti quindi posso darmi un 7 pieno, perché sono arrivato all’Adriese in un momento che per loro era difficile e sono riuscito a portare 15 punti grazie alle mie reti”.

MOMENTO PIU’ BELLO – “Il gol vittoria nel derby contro il Delta Porto Tolle, in una partita difficilissima, al 97’ proprio un secondo prima della fine. Il mister, i tifosi, i compagni e gli addetti ai lavori mi hanno elogiato per una settimana intera e per me è stata una soddisfazione davvero grossa”.

MOMENTO PIU’ BRUTTO – “L’addio al Cjarlins Muzane, quando ho dovuto salutare quella che è la mia seconda famiglia”.

CAMPIONATO – “Quest’anno mi piace sottolineare il grande lavoro fatto da mister Vecchiato alla Manzanese e mister Zecchin al Mestre. Sono state due squadre che mi hanno entusiasmato a livello di gioco: il Mestre perché è una squadra giovane e la Manzanese perché è stata una vera rivelazione, poi questi due allenatori sono stati anche miei compagni di squadra quindi sono ancora più felice per loro. Il Trento non fa testo, ha fatto un campionato a sé”.

I PRESIDENTI – “Scantamburlo assomiglia molto al presidente Zanutta, come passionalità e modi di fare. Hanno due età diverse ma sono entrambe persone di grandissimi valori umani e spendono tanto tempo e denaro per far sì che le loro squadre diano spettacolo. Il primo è una persona più in là con gli anni quindi ha bisogno di un sostegno dirigenziale che sia all’altezza della sua passione, penso che abbia bisogno di figure accanto a lui che lo supportino di più perché se lo merita visto che dà tanto e darà sempre il massimo per l’Adriese. Vincenzo Zanutta ha fatto tantissimo per me e penso di aver contraccambiato in campo, è ambizioso ed ha una passione infinta per il calcio e per i tifosi di Carlino. Sono sicuro che se accompagnato da persone con una certa conoscenza calcistica, sicuramente farà parlare di sé e del Cjarlins come non mai. Sono sicuro che realizzerà gli obiettivi che si pone e spero possa farlo dalla prossima stagione”.

FUTURO – “Ho 37 anni quindi mi guardo intorno. A settembre sarò impegnato con il corso da direttore sportivo, ma continuo a far gol ed in campo mi sento un bambino perché non ho mai avuto nessun tipo di infortuni e continuo ad incidere in ogni squadra in cui vado. Le chiamate per la prossima stagione sono già arrivate per fare un ultimo anno in campo. Sceglierò una società in cui l’ambizione è di vincere il campionato perché vorrei chiudere con la ciliegina sulla torta ed intraprendere con la nuova avventura di ds. Alla mia età penso che nessuno abbia realizzato i miei gol quindi sento di poter continuare a giocare”.

ADRIESE – “Per me e la mia famiglia è stato un trauma allontanarmi da Carlino, ma questa esperienza ad Adria mi ha fatto crescere tanto. Penso di aver dato tantissimo a loro perché siamo riusciti a salvarci, ma ora voglio intraprendere un progetto più importante. Mi hanno chiamato un paio di squadre fuori regione ed altrettante in regione, ma voglio trovare un progetto sicuro e duraturo. Con tutto il rispetto per l’Eccellenza, non penso di scendere di categoria, perché il mio valore mi sembra immutato”.

CARLINO – “Sarei un bugiardo a dirti che non vorrei tornarci. Vorrei concludere quanto iniziato tre anni fa, non mi dimenticherò mai quello che hanno fatto per me e viceversa. Per me è come un amore che si è fermato, ogni volta che uscivo dal campo ad Adria controllavo i risultati del Cjarlins ed appena potevo andavo a guardare le loro partite. E’ casa mia ma non so cosa rispondere, mi piacerebbe ma le cose si fanno in due. Posso solo dire di non aver concluso il mio percorso come avrei voluto”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 15/06/2021
 

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