SACILESE - Quota 100 per capitan Moras: a fine stagione smetto
Il leader dei liventini premiato prima del match interno con la Tarcentina. E ora sotto con il campionato, per un finale di carriera scoppiettante
Altro traguardo di livello in casa Sacilese. Dopo Zanier e Tellan, infatti, anche il capitano Stefano Moras ha tagliato il traguardo delle 100 presenze coi liventini. Prima della partita della scorsa domenica contro la Tarcentina, il giocatore è stato premiato dal presidente Ivano Driussi con una maglia biancorossa commemorativa.
“Pensavo fossero di più dato che sono qua da 6 anni.” - commenta ironico Moras - “Scherzi a parte, mi ha fatto davvero molto piacere, anche perché non me l’aspettavo visto che domenica, nel prepartita, sono arrivato dopo rispetto agli altri”.
Un grande attestato per uno dei simboli della Sacilese: “Ho sposato questi colori quando la squadra cadde in Terza Categoria e non li ho più lasciati, compiendo tutta la cavalcata fino alla Promozione. Già al primo anno ho avuto l’onore di indossare saltuariamente la fascia da capitano, poi diventata mia definitivamente”. E poi, l’annuncio: “Al 99% a fine stagione mi ritiro. È ora di dedicarsi a fare il papà, anche se ho già ricevuto qualche proposta dagli Amatori”.
Moras ripercorre la sua storia con la maglia biancorossa addosso: “I ricordi più belli sono legati alle vittorie dei campionati, ma anche alle finali delle varie Coppe: per due anni, del resto, abbiamo completato il double, vincendo sia il campionato di Seconda e Prima Categoria e le relative Coppe. Alzare un trofeo è qualcosa che ti rimane dentro”.
Sugli allenatori, invece, dice così: “Qui a Sacile ne ho avuti 3: Meneghin, autore della risalita dalla Terza alla Prima, Toffolo, ex bandiera della squadra, al primo anno di Promozione e poi l’attuale Lizzi. Sono tre mister diversissimi tra loro, con metodologie diverse e passato diversi: uno era trequartista, uno portiere e uno difensore. Credo, però, che ogni allenatore ti lascia sempre qualcosa”.
Non può mancare una dichiarazione sul presidente Ivano Driussi: “Non lo conoscevo quando sono arrivato, ora abbiamo un rapporto padre-figlio. È una persona sempre aperta al dialogo, che non ti fa mancare niente e con cui ho condiviso tante gioie e fortunatamente pochi dolori. Inoltre bisogna riconoscergli come abbia preso la società a terra e l’abbai riportata in alto”.
Chiosa con un commento sul campionato di Promozione girone A, che al giro di boa vede i liventini quarti con 26 lunghezze, a -3 dalla vetta: “È evidente che qualcosina in più potevamo farla, qua a Sacile l’organizzazione e le strutture sono di categoria superiore. Perciò nel girone di ritorno dovremo puntare in alto, anche perché abbiamo tutte le qualità per farlo. Mi auguro ci sia un cambio di marcia, dato che vorrei chiudere la carriera con un’altra bella soddisfazione”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA