PROMO A - Causio adesso è un "torello"
Battesimo da ricordare per il figlio d’arte che ha esordito, firmando le rete della vittoria, con la nuova maglia della Buiese. “Mi auguro di restare a lungo, qua si lavora bene, con intensità e ritmi altissimi. In Puglia era un lavoro, in Friuli siamo dilettanti veri, eppure ho visto giocatori…Il mio stato di forma ? A gennaio spero di raggiungere almeno l’ 80 - 90 per cento”
Venne vide, colpì: è infatti iniziata con il botto la nuova tappa friulana (prima c’erano state Ol3, Ancona, Mereto e Camino, ndr) di Gianfranco Causio. E se il cognome vi suggerisce qualcosa, siete sulla strada giusta: sì, il padre è proprio il “Barone” campione del mondo nel 1982 che incantò - anche con la casacca della Nazionale, dell’amata Juventus e dell’Udinese di Zico - tra gli anni ‘70 e ’80. Classe 1993, l’ attaccante figlio d’arte è invece fresco di approdo alla Bujese. E come esordio non è andata male: è infatti sua la rete che ha consentito al “torelli” di Paolo Barnaba di piegare il Sarone Caneva.
“Non potevo sperare di meglio, anche perchè avevo effettuato due soli allenamenti con i nuovi compagni - spiega Causio junior - la rete è anche servita a incamerare i tre punti: perciò sono molto contento".
Il trasferimento in collina?
“Un caso della vita. Ad inizio stagione sono andato al Camino dove, però, ho potuto giocare poco, anche a causa di un problema al tendine rotuleo. Il 4 dicembre scorso abbiamo ospitato proprio la Buiese, non ero disponibile e i miei attuali dirigenti si sono informati sulla situazione. La trattativa è andata rapidamente in porto ed eccomi qua, pronto per una nuova avventura".
Prime impressioni del nuovo ambiente?
“Molto positive. La struttura dirigenziale è ottima, la squadra buona, ci si allena sempre con intensità, a mille all’ora. Sono rimasto particolarmente impressionato dai ritmi altissimi imposti dal nostro mister Barnaba, spero di fermarmi a lungo”.
Causio definisce Causio.
“Nonostante la mia struttura fisica non sono la classica prima punta, ma anche uno al quale piace dialogare palla a terra".
A che punto sono le tue condizioni di forma?
“Devo recuperare anche perché, uno di 190 centimetri e 90 chili come il sottoscritto, ha bisogno di tempo: e a questo proposito, la sosta del campionato arriva a puntino. A gennaio conto di essere attorno all’ 80/90 per cento".
Hai militato in diverse formazioni pugliesi: principali differenze con il calcio friulano?
“Laggiù è un lavoro, ci si può nutrire di quello: in Eccellenza e, in certe piazze, pure in Promozione. Si pensa al pallone sette giorni su sette, spesso le sedute di allenamento sono doppie, con rifinitura il sabato, il pubblico è numeroso e caldo…Qua, invece, viene vissuto più alla leggera, come dilettantismo autentico: eppure, secondo me, ci sono dei giocatori “sprecati”, come il nostro Peresano, che potrebbero stare molto più in alto. E se un certo Diaw, partendo dal basso, è arrivato sino in serie B, penso si possa fare".
Papà Causio ti segue?
“Ai tempi dell’Ancona veniva sempre alle partite. E si teneva informato quando militavo al Sud. Ora un po’ meno…".
Il tuo futuro sarà sempre teso ad inseguire una palla che rotola?
“Sto ultimando il corso allenatori, ma mi piacerebbe provare anche a studiare da procuratore. Collaboro, inoltre, con “CF7”, la scuola calcio di mio padre all’Ancona Lumignacco. Insomma, sto tenendo vive diverse opportunità. Credo proprio che, una volta smesso di giocare, rimarrò nell’ambiente…”. (r.z.)
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