L'INTERVISTA - Della Bianca, 300 gol: dedica a mio padre
A 38 anni il bomber “delle due regioni” taglia l’importante traguardo con la maglia del Città di Caorle in Eccellenza Veneta con il toccante ringraziamento al papà che non c’è più. La speranza, ora, è continuare a giocare
Dal vicino Veneto arriva una storia tutta da raccontare: è quella di Stefano Della Bianca, bomber di confine che in oltre 20 anni di carriera tra la regione di casa e Friuli Venezia Giulia ha finalmente tagliato l’impressionante traguardo dei 300 gol. L’ultima marcatura è arrivata lo scorso 29 dicembre, nel 2-1 con cui la sua Città di Caorle ha steso il Carenipievigina nel recupero della dodicesima giornata del girone C di Eccellenza veneta.
“Era da un po’ che l’aspettavo” - commenta scherzoso Della Bianca - “se non ci fosse stata la pandemia probabilmente ci sarei arrivato prima, ma ora sono contento di aver tagliato questo traguardo”. Toccante anche la dedica, con l‘attaccante che ha indicato il cielo in memoria del papà, scomparso quando lui aveva solo 14 anni: “E’ sempre stato importantissimo per me, quando ero piccolino mi portava ovunque per giocare. Sono convinto che abbia visto tutti i miei gol da lassù”.
Della Bianca, infatti, ha una lunga carriera alle spalle, in cui ha fatto la spola tra Friuli Venezia Giulia e Veneto: “Ho iniziato nel 98/99 con il Tamai, poi la Spal Cordovado, il Concordia, di nuovo il Tamai, passando per il grande periodo a Lumignacco fino a quest’estate, quando mi sono accasato al Città di Caorle che era da un po’ che mi seguiva. Siamo una squadra costruita per la salvezza, essendo stati ripescati in Eccellenza per meriti sportivi il 27 luglio, con uno zoccolo duro ben consolidato. Gli unici innesti, infatti, siamo stati io e Cervesato, un altro veterano essendo un classe 1980. Vogliamo comunque fare bene in un campionato tosto come questo, dove ci sono ben 8 squadre che vogliono primeggiare come il Portogruaro, il Sandonà, il Treviso”.
Il bomber si sofferma poi sull’annata al Lumignacco, quando si sfiorò una storica promozione in Serie D: “Ogni tanto, con mister Zanuttig e alcuni vecchi compagni, ricordiamo ancora quella stagione magica. Eravamo un gruppo unico, una squadra super. Peccato per quello spareggio, che fu davvero una partita stregata, tra rigori non dati e quel pallone che, in pieno recupero, per un soffio non è entrato. Fu comunque un’annata da ricordare, e l’avvincente testa a testa con il Chions. Ricordo con piacere che il loro presidente mi scrisse subito un messaggio appena la promozione sfumò, lo apprezzai molto”.
Ora il tempo scorre e la carta d’identità segna 38 primavere: “io voglio stare in campo finché il fisico continua a reggere. Le ultime stagioni, con il Covid, sono tate molto complicate, perchè non è facile fermarsi alla mia età, ma non voglio mollare. Il mio punto di riferimento rimane sempre Arcaba, un carissimo amico che a 49 anni gioca ancora”.
Lo spauracchio del virus, tuttavia, non se n’è ancora andato: “Qui in Veneto sembra che posticipino la ripresa dei tornei di un paio di settimane, l’ufficialità dovrebbe arrivare a breve. Speriamo non si protragga questo rinvio, perchè tutto quello che vogliamo è solo scendere in campo”.
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