BASKET A2 - All' Apu una storica Coppa Italia
A Roseto degli Abruzzi, la formazione bianconera supera Cantù in finale (74 - 55) e si aggiudica il primo trofeo assoluto del club. Lacey (25 punti) Mvp della gara. Il presidente Pedone: “Gioia pazzesca, abbiamo cominciato tanti anni fa in una palestra di Remanzacco…” Coach Boniciolli: “Legatissimo a Udine, ma non è ancora finita”. Il capitano Antonutti: “Sembrava di giocare in casa”
APU OLD WILD WEST – CANTU’ 74- 55
(Parziali: 11 - 15, 38 - 34, 55 - 42)
APU: Lacey 25, Antonutti 7, Walters 4, Pellegrino 6, Esposito 7, Cappelletti 8, Mussini 9, Ebeling 8, Giuri, Italiano. Ne: Pieri e Azzano. Coach: Boniciolli.
CANTU’: Nikolic 2, Da Ros 10, Allen 8, Bryant 12, Bucarelli 9, Bayehe 3, Severini 2, Stefanelli 9, Cusin. Ne: Boev. Coach: Sodini.
Arbitri: Gagliardi, Valleriani e Bartolomeo
Liberi: Apu 6/9, Cantù 13/16. Tre punti: Apu 12/27, Cantù 6/21. Rimbalzi: Apu 38 (Cappelletti 8), Cantù 21 (Da Ros e Bryant 4). Cinque falli: nessuno.
ROSETO DEGLI ABRUZZI. Roseto, 13 marzo 2022: una data che resterà indelebilmente incollata alla lunga storia dei canestri udinesi. Battendo in finale Cantù - stesso scarto rifilato a Ravenna in semifinale – con un punteggio che è un “ammonizione” in prospettiva play off (74 - 55), l’Apu conquista, infatti, la Coppa Italia. Il primo trofeo in assoluto dell’era Pedone e di tutta la vita della pallacanestro cittadina. Dopo un primo quarto di studio, la formazione di Matteo Boniciolli (che ha coraggiosamente rinunciato a Nobile, nonostante i 19 punti realizzati da “Vito” in semifinale) ha preso in mano con autorità le redini della gara e per gli avversari è stata una lenta, lunga agonia sportiva. Alzando il ponte levatoio difensivo, Antonutti e soci hanno cosi giocato più sciolti in attacco, sorretti pure (al netto delle precarie condizioni di qualcuno) da uno stato di forma fisico eccellente. La mazzate decisive in apertura di ultimo quarto, quando due triple firmate da un immenso Lacey (Mvp del match) e Antonutti hanno spezzato l’ultimo filo di speranza nemico. Per Cantù è stata notte fonda e per Udine il trionfo. Adesso che la bacheca brilla di novità c’è la seconda fase del progetto da ultimare, lo sbarco in A1. Cosi, dopo due meritati giorni di riposo, mercoledi si ricomincia: perché la missione non è certo finita a Roseto.
HANNO DETTO. “E’ una gioia pazzesca, una felicità immensa - esplode il presidente Pedone - mi dicono che il trofeo mancasse da moltissimi anni (veramente da sempre, ndr) e voglio ricordare che il nostro percorso è iniziato in una palestra di Remanzacco ed ora, dopo aver perso due finali lo scorso anno, giochiamo anche per andare in A1. Dedichiamo questo successo a tutto il Friuli, ai nostri sponsor, ai tifosi, ai ragazzi delle giovanili. Non vedo l’ora di portare la coppa a Udine”
“Ad un grande presidente come Edi Snaidero, che prese un triestino esordiente per allenare a Udine, io devo l’inizio della carriera. Ad un altro grande presidente che si chiama Alessandro Pedone devo, invece, questo periodo della mia carriera - recita coach Boniciolli - sono perciò legatissimo alla città di Udine. E spero, dopo una vittoria ottenuta assieme a tutti i miei collaboratori, di aver restituito la minima parte di quello che Udine mi ha dato. Per vincerle, le finali bisogna perderle: a noi è successo. Ma il lavoro non è terminato…” “Un’emozione unica e, da udinese vincere a Udine, è qualcosa di pazzesco - commenta capitan Antonutti - eravamo distanti, ma sembrava di essere in casa. E’ l’impresa di tutta una città, siate fieri di noi, siamo tra le grandi del basket italiano. E’ un momento difficile per le note vicende, ma stasera ci addormenteremo felici” (r.z.)
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