Quarantasette candeline appena spente (ieri, ancora tamti auguri bomber!), con un compleanno festeggiato in campo nel migliore dei modi per Marco Bernardo, autore della doppietta decisiva nel 2-1 contro l’Atletico Pasian di Prato nella penultima giornata del girone C di Seconda categoria. L’allenatore ed attaccante del Pozzuolo è ancora entusiasta nonostante le tante primavere sulle spalle e le numerosissime squadre girate per tutta Italia. Come ci confessa, le emozioni sono sempre quelle di una volta: “I due gol sono arrivati su rigore ma per segnarli bisogna saperli calciare. Perdevamo 1-0 ed ho trasformato questi due penalty che ci hanno portato alla vittoria, niente di eccezionale se non fosse che dovrei giocare part-time invece domenica ho dovuto giocare per tutti i novanta minuti perché eravamo in dodici disponibili. A me fa molto piacere ma non dovrei giocare per tutta la partita. La vittoria ci può stare, il pareggio sarebbe stato corretto ma non abbiamo rubato nulla. La soddisfazione per la doppietta è identica a quella che avevo in Serie D o Eccellenza, è una sensazione bellissima che tutti quelli che amano il calcio ha provato, in qualsiasi categoria. Purtroppo c’è l’incognita per un possibile ricorso che farà l’Atletico Pasian di Prato per un calciatore squalificato che secondo loro avremmo schierato. Non so cosa cambia a loro però va bene così, non entro nel merito”.

CARRIERA DA CALCIATORE – “Ho avuto la fortuna di girare tutta l’Italia facendo ciò che mi piace. In regione ho giocato con la Sacilese, con il Pozzuolo, con la Pro Gorizia in D, Manzanese, Tricesimo, Ancona, Centrosedia, Bertiolo, Bearzi, Risanese, Real Udinest e poi di nuovo Pozzuolo. Fuori invece ho fatto tre anni alla Montebaldina sul lago di Garda, un anno a Forcoli in provincia di Pisa ed un altro anno a Suzzara in provincia di Mantova. Tutto intervallato da quattro mesi a Velden nella Serie C austriaca, breve ma intensa perché purtroppo dopo poco, avendo 21 anni, ho avuto nostalgia di casa e sono voluto tornare. Tornassi indietro resterei lì per più tempo”.

47 ANNI – “Mentalmente mi sento molto più giovane, fisicamente inizio ad accusare il colpo infatti sicuramente questo è stato il mio ultimo anno in Categoria. Poi passerò agli Amatori per giocare in spensieratezza e divertimento. Spazio ai giovani ma il calcio non lo mollerò finchè riuscirò a giocarci”.

SECONDA CATEGORIA – “Spero di portare la mia esperienza a chi non ha ancora vissuto categorie superiori. Quando mi ascoltano mi prendono per matto perché cerco di insegnare cose che in Seconda Categoria non esistono. Purtroppo per quello che ho visto la Seconda si avvicina più ad un divertimento che ad uno sport vero e proprio, tranne rare eccezioni. Non è una critica per la Categoria, ma è un dato di fatto per come sono cresciuti i giovani negli ultimi anni. Quando ero giovane io avevo solo il calcio, loro invece hanno mille cose tra cui scegliere e giustamente il calcio è diventato un hobby. Non faccio di tutta l’erba un fascio, perché ognuno è unico a modo suo, ma in generale vedo meno passione rispetto ad una volta e mi dispiace”.

GIOVANILI – “Alleno Piccoli Amici e Primi Calci, qui più che il calcio si danno insegnamenti di vita. E’ bello vedere i bambini che corrono dietro ad un pallone e si divertono, senza pensare al risultato. C’è già chi ha qualcosa in più e lo si vede perché ci tiene particolarmente, contano i gol e sono già competitivi a questa età”.

CARRIERA DA ALLENATORE – “Sto per prendere il patentino, dovevo farlo due anni fa ma poi ci si è messo il Covid ad impedirmelo. Sicuramente quando l’avrò acquisito cercherò avventure ancor più stimolanti”.

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