IL PERSONAGGIO - La prima volta di Balzano
Terminale implacabile (con 52 reti: 45 in campionato e 7 in coppa), l’ex Tricesimo ha fatto le fortune del Deportivo, finalizzando il lavoro dei compagni e festeggiando finalmente un successo. ”Stagione snervante, avremmo meritato di salire assieme ai Grigioneri. Ma vince uno solo…Segnare in Seconda non è più semplice che in Eccellenza anche se, l’assenza dei guardalinee, a volte aiuta…”
E’ stato il successo di una formazione e il trionfo di una società che promette bene. Ma quando uno fa singhiozzare i portieri nemici per ben 52 volte (45 in campionato e 7 in Coppa) beh, forse, una citazione particolare se la merita. Il suo nome è Denis Balzano, classe 1993, di professione attaccante: bravo e persuasivo il Deportivo nel convincerlo (dopo 11 anni al servizio del Tricesimo, ndr) ad accettare una sfida subito vincente.
“Non credo però si possa parlare di Balzano - dipendenza, perché sono rimasto fuori un mese nel momento “peggiore” del calendario - ruggisce il bomber - e la squadra, sia pur fallendo un rigore contro il 3 Stelle e pareggiando con i Grigioneri, se l’è comunque cavata. Alla fine della fiera, dunque, diciamo che i miei gol sono… serviti".
Un torneo contrassegnato dal braccio di ferro con la formazione di Savorgnano. Sarebbe stato più equo ricorrere allo spareggio?
“Avremmo meritato tutte e due di salire. Noi abbiamo qualcosa in più negli undici titolari, loro forse una rosa maggiormente competitiva. Mi spiace, perché dall’altra parte ho tanti amici e so che ora non staranno tanto bene, ma a vincere è una soltanto".
Segnare in Seconda è davvero più semplice?
“In Eccellenza era molto difficile, ma nemmeno nelle altre Categorie è cosi agevole. In Seconda i difensori agiscono più sull’uomo e meno in lettura e, alle volte, non avere i guardalinee aiuta…In ogni caso serve essere concentrati e spietati, soprattutto in area".
Nel Deportivo del futuro ci sarà ancora mister Peressotti. E tu?
“L’idea è quella di restare ma, nel calcio come nella vita, non si può mai dire: durante l’ estate, con calma, faremo le opportune valutazioni. Percentuale ? Proprio non saprei".
Il momento nel quale avete davvero pensato di tagliare il traguardo davanti a tutti?
“Non prima di due domeniche fa. Eravamo tornati sopra di due lunghezze e, con tutto il rispetto per l’ Atletico Pasian di Prato, non potevamo fallire. La cosa bella è che non abbiamo aspettato che la gara venisse da noi, ma l’abbiamo “azzannata” subito. Personalmente ero una belva, nonostante mi fossi svegliato alle 4 del mattino per la tensione. Era la prima volta che mi ritrovavo a decidere il destino di una stagione all’ultima giornata: stavo male e, fino al 2-3 a zero, non mi sentivo al sicuro. Poi ho chiesto il cambio, anche se due “croccate” le ho prese…”.
E adesso?
“Si festeggia. Più avanti faremo l’ultimo allenamento e sabato 25 giugno ci saranno le celebrazioni della vittoria. L’importante, per il progetto, era quello di centrare l’obbiettivo. Ce l’abbiamo fatta anche se, essendo “obbligati” a vincere, è stato un anno duro e snervante a livello mentale: sentivamo il peso della responsabilità. Per cui niente tornei estivi, non voglio vedere un pallone per un bel po’: sono cotto!”. (r.z.)
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