Ritorno che non può non far notizia quello di Predrag Arcaba all’Itala San Marco di Gradisca. Lui che è stato una delle bandiere che hanno portato i biancoblu in Serie C ai tempi, tra gli altri, di Neto Pereira, riparte nella doppia veste di giocatore ed allenatore per cercare di portare alla salvezza la sua squadra che è in un momento di grande difficoltà e che nella prima gara in panchina è riuscito a conquistare il primo punto in campionato per la compagine di Gradisca: “Abbiamo trovato l’accordo subito, è una sfida personale e vedremo come andrà. È la terza volta che torno a Gradisca e sarà come partire da agosto, da zero punti. Ho rivisto le persone che sono qui come Eros Luxich, le maglie di Neto Pereira e altri giocatori che hanno fatto la storia di questa squadra tra cui fortunatamente ci sono anche io ed è stato bellissimo. Nonostante tutti gli anni passati ho avuto i brividi, è stato uno spettacolo, ieri ho fatto il primo allenamento sul campo principale che ha una tenuta impressionante. È una sfida che mi stimola e sono gli stimoli a portarti avanti. È sempre stato bello giocare qui per lo stadio, l’impianto, il bar, era tutto il contorno ad essere bene e anche le sfide sportive. Le cose brutte voglio dimenticarle”.

DOPPIO RUOLO – “Faccio il giocatore-allenatore che mi permette di avere un’esperienza ancor più stimolante. Mi sta dando una grande mano Francesco Volante per la gestione tecnica che ha allenato prima del mio arrivo. Ha il suo modo di far calcio, delle idee interessanti e rimarrà con me anche perché avrò bisogno di allenarmi come al Kras quando mi affiancava Campo”.

PRIMO PUNTO – “Sicuramente fare un punticino dopo tante sconfitte penso sia positivo per i ragazzi. Le difficoltà ci sono ma i ragazzi giocano con il sorriso, è gente vogliosa e questo può colmare i difetti a livello tecnico. Sono arrivato venerdì, conosco poco i ragazzi anche perché, per dire, il portiere ed il terzino li ho conosciuti prima della partita. Io ho giocato da difensore centrale per cercare di dirigere la squadra da dietro. A prescindere dal ruolo di allenatore, anche da giocatore ho sempre parlato tanto in campo”.

GRUPPO - “Come ho detto prima devo ancora conoscere bene i ragazzi, oltre ai ruoli per alcuni anche i nomi. Prossimamente, grazie alla sosta, sicuramente ci sarà possibilità di compattarci. Ho chiesto al direttore Luxich qualche giocatore in più perché siamo veramente contati. Vorrei arrivare a 20-25 giocatori che possano integrarsi bene e che siano disponibili”.

CROAZIA – “Siamo sempre stati fortunati ai rigori, anche nello scorso Mondiale in cui arrivammo in finale. C’è un grandissimo gruppo ed abbiamo secondo me il centrocampo più forte del mondo nonostante la sconfitta con l'Argentina. Modric è un ragazzo semplice, cresciuto in montagna “in mezzo alle pecore” e fa piacere che sia diventato un idolo per tutti, non solo per i croati. Persona fantastica. La gara con l'Argentina è stata come me l'aspettavo, loro dopo la prima sconfitta sono stati molto criticati ed hanno saputo crescere da quella brutta prestazione. Hanno avuto stimoli nuovi e vittoria dopo vittoria è cresciuta anche l'autostima. Perdere in semifinale contro di loro ci può stare, nessun rimpianto anche perchè è stato un bel cammino dove i ragazzi hanno dato il massimo, anche con un pizzico di fortuna. La Croazia di oggi è un po' meno forte rispetto a quattro anni fa”.

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