AUDAX SANROCCHESE - Candutti: seguiamo i piani, vogliamo la Prima
Il presidente biancorosso parla a trecentosessanta gradi parla a trecentosessanta gradi della sua squadra: “Al di là del girone in cui saremmo stati, ancor prima di saperlo, abbiamo subito espresso la volontà di tornare in Prima. Mi pare che le altre società invece ambiscano a fare un buon campionato, valorizzando qualche giovane ma nulla di più”
L’Audax Sanrocchese si prepara a ricominciare la sua marcia verso la Prima Categoria, in un cammino che ovviamente sarà tutt’altro che semplice. Il presidente Gianni Candutti ci dà un saggio del clima e delle ambizioni in casa biancorossa: “L’avventura sta proseguendo secondo le linee che ci siamo prefissati. Ad inizio campionato avevamo detto di voler lottare per la vittoria del campionato o quantomeno per una buona posizione nei playoff. Il campionato parla chiaro, le squadre in lizza sono il Muglia, che è meritatamente capolista con tutte vittorie ed un solo pareggio quindi c’è poco da dire, poi l’Opicina che è giovane anche se molto valida, il Breg e il Vesna. A queste si può aggiungere qualcuno nel girone di ritorno con qualche sorpresa, ma l’andata parla chiaro. Il dispiacere più grande è di non essere nel girone goriziano che ci avrebbero aiutato con gli incassi visti i tanti derby che avrebbero attirato più pubblico. Avremmo fatto la nostra figura anche in quel girone. L’aspetto positivo di giocare a Trieste è che ogni domenica giochiamo su un bel campo, con tanti sintetici abbastanza recenti che permettono di giocare un bel calcio e questo favorisce il nostro gioco essendo molto tecnici. Quest’anno vedo che ci si affida molto di più ai giovani, si è costretti a ciò per far fronte ai problemi economici, ma spesso non è facile dare tante responsabilità a gruppi molto giovani”.
CAMPI DI GIOCO – “La riflessione da fare è che in tutto questo periodo invernale, tutti i campi erano pesanti e spesso si cercava di usarli il meno possibile per cercare di non rovinarli. In tutto ciò però salta all’occhio la mancanza di campi sintetici per allenarsi ed abituarsi quando ci si deve giocare la domenica. Noi ci salviamo usufruendo del Pastor Angelicus, adattandoci al campo ridotto e ci è utile per familiarizzare ai campi sintetici. Ci sono poche strutture in sintetico e manca completamente nelle nostre zone un campo a 11”.
STADIO VIZZARI – “Il cambio della denominazione ha fatto contenti ed orgogliosi chi ci è vicino, perché va a ricordare chi per tanti anni è stato al fianco dell’Audax. Questo significa che ha lasciato il segno nella storia sia dell’Audax che di Gorizia. Motivo in più per noi, che siamo retrocessi, di cercare di risalire e riportare questa squadra dove il cav. Vizzari avrebbe voluto. Ritengo giusta la Prima Categoria per una società strutturata come la nostra, con un indotto come il nostro, con oltre 350 ragazzi nel settore giovanile ed è più confacente alle nostre possibilità, oltre non credo”.
BLASONE – “Per noi è un onore ed un onere. Il settore giovanile a Gorizia città è solo di nostra appartenenza. Per la categoria Allievi ci siamo solo noi e l’Ufi che è di Capriva. Questo è dovuto alla mancanza di ragazzi, alla perdita di affezione per il calcio e la non volontà di proseguire l’attività giovanile dopo la categoria Esordienti. Sarebbe stato più bello avere diversi derby con le società vicine, ma questo manca da tanto tempo. Avere due squadre di Gorizia in Eccellenza come Pro Gorizia e Juventina è già tantissimo. Ci vorrebbero società e strutture di livello per giocare a certi livelli”.
OBIETTIVI – “Al di là del girone in cui saremmo stati, ancor prima di saperlo, abbiamo subito espresso la volontà di tornare in Prima. Mi pare che le altre società invece ambiscano a fare un buon campionato, valorizzando qualche giovane ma nulla di più. Questo fa parte delle scelte societarie di cui non so e non mi permetto di discutere. Per noi salire quest’anno sarebbe l’ultima possibilità in vista della riforma dei campionati, quando ci sarà solo una promossa e sarà molto più difficile salire. D’altro canto sarà molto facile retrocedere se non si costruisce una buona squadra e bisognerà pensare anche a questo”.
RIFORMA – “Si entra in un discorso abbastanza variegato. I fuoriquota negli ultimi anni hanno fatto guadagnare le società che prestano i giocatori ma che durano un anno o due in Eccellenza o Promozione e poi scendono in Seconda. Il sistema non riesce a fornire alle società abbastanza numeri di giocatori listati come fuoriquota. Il livello si è abbassato perché ci sono risultati roboanti che mettono in risalto la differenza di organici abissale. L’unica soluzione resta rimodulare i campionati, magari però si poteva ragionare più a lungo termine per evitare le tantissime retrocessioni nei primi anni. Se non ci sono numeri non ci sono giocatori e se un giovane è bravo non dipende dall’età. Il format dei fuoriquota ed i campionati così come sono non hanno funzionato e diventava fondamentale rivedere le cose”.
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