CICLISMO - Sul Lussari, pedalando per Enzo
Presentata ufficialmente a Tarvisio (che rivede la corsa rosa dopo 10 anni) la penultima tappa del Giro d’Italia numero 106. E’ la cronoscalata che potrebbe assegnare il primato: 10 km di pianura e 8 di salita. L’estremo “lascito” di patron Cainero

A distanza di 10 anni (nel 2013 la partenza da Cave del Predil) il grande ciclismo, quello del Giro d’Italia, torna nel tarvisiano. Con l’attesissima (anche perché proprio quel sabato 27 maggio la corsa rosa potrebbe svelare il nome del vincitore dell’edizione numero 106) tappa a cronometro che terminerà sul Monte Lussari. Dopo 10 chilometri di pianura e 8 di salita. L’ultimo regalo del mitico Enzo Cainero al mondo del ciclismo ed alla sua regione. La marcia di avvicinamento al grande evento ha fornito ieri, presso il palasport “Mariano Malfitana” di Tarvisio, una gradevole anteprima. Una serata di gala iniziata con le struggenti note di “Imagine” e durante la quale è stata presentata ufficialmente la frazione.
HANNO DETTO. “Seguo le presentazioni delle tappe dal 2003 – ha ricordato Andrea Cainero, rampollo maggiore dello scomparso patron - ho l’orgoglio e consapevolezza di un figlio che ha avuto tanto dal padre. Il Lussari è un traguardo importante, ma da qui possiamo andare ancora avanti. Anche perchè, se pure sono trascorsi passati vent’anni dalle Universiadi, c‘è stata continuità.”
“Il Lussari è uno dei miei luoghi del cuore ed il punto d’incontro di tre popoli (slavi, germanici e latini, ndr) e non poteva esserci tappa più bella - ha aggiunto il governatore uscente, ed in odore di riconferma, del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – una tappa che resterà nella storia del Giro d’Italia. Un grazie a tutti per l’impegno ma, soprattutto, alla Protezione Civile”.
“Avverto un po’ di magone, perché Enzo era un visionario che trasmetteva sicurezza – le parole di un emozionato direttore del Giro, Mauro Vegni, che ha regalato la maglia rosa autografata da Jai Hindley, vincitore dell’edizione 2022 - ogni cosa difficile, lui la rendeva facile. Sarà una tappa eccezionale che, però, non vorrò più ripetere...”
BARONCHELLI. Tra gli ospiti, anche Giovan Battista Baronchelli. Un giovanotto di 69 anni che ha sistemato, nel proprio curriculum, un Giro d’Italia e un Tour dell’Avvenire vinti da dilettante e due Giri di Lombardia da professionista. Più una medaglia d’argento ai mondiali del 1980, alle spalle di un certo Bernard Hinault. “Tutti si stupivano perché, pur essendo pesante, andavo forte in salita - ha ironizzato il “Tista” – perciò mi piacerebbe tornare indietro di 40 anni per disputare questa tappa: di tutte quelle alle quali ho partecipato, ne ho vinte più della metà. Sarebbe stata la mia specialità. Si arriva poi ad un santuario ed è bello conquistare qualcosa con la fatica. Sa di mistico.”
Cosa ne pensa della salita?
“Se l’avessero messa queste ai miei tempi sarebbe stata dura per Moser, Saronni ma anche per gli altri. Moser? All’inizio non ho retto il confronto e, quando vinsi a Pinzolo e Canazei, i suoi tifosi non gradirono molto".
Merckx era imbattibile.
“Nel 1968 lui vinse il primo giro, era un mito. Dopo un 1973 strepitoso ci arrivai con la convinzione di essere forte, finendo a soli 12” da Eddy. Un risultato comunque positivo anche se, tra primo e secondo, cambia molto".
Che succederà il 27 maggio prossimo?
”La differenza si farà nel tratto in salita, li pioveranno i distacchi. Verrà dopo 19 tappe e sarà la frazione decisiva".
Scusi Baronchelli, Moser ha una compagna di quasi 20 anni (17 per l’esattezza, ndr) di meno…”Io preferisco la trascendenza, lui l’immanenza."
RICONOSCIMENTI. Durante la serata sono stati assegnati premi speciali a sportivi locali che hanno onorato lo sport ad altissimo livello: Roberto Cecon, Maurizio Ganz e Gabriella Paruzzi. Omaggiato anche Remo Macor, ex presidente del Pedale Tarvisiano. (r.z.)
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