VI DICO LA MIA - Ma davvero "Io sono Friuli Venezia Giulia?"
La Regione FVG si presenta come mai sponsor dell'Udinese Calcio, e il mondo pallonaro non la prende affatto bene. Sportivi e tifosi scatenati sui social in critiche e commenti velenosi
Domenica sera allo stadio Arena Friuli (non più Dacia Arena per favore!), abbiamo scoperto il nuovo main sponsor dell’Udinese dove, per chi mastica poco l’inglese, main, tradotto, sta a significare il principale, il maggiore. Il marchio “Io sono Friuli-Venezia-Giulia” stampato sulla maglietta, di proprietà della Regione, apparirà insieme all’Udinese Calcio per tre annate sportive ovvero fino al termine della stagione 2025/26. Sappiate dunque, cari corregionali contribuenti, che la nostra Regione verserà al club 1,2 milioni di euro l’anno per il prossimo triennio.
Non ci sarebbe nulla di che meravigliarsi, la strategia comunicativa infatti è analoga a quella che associava (uso l’imperfetto perché credo non la riproporranno più) Roberto Mancini alla regione Marche, terra d’origine del nostro ormai ex c.t. della Nazionale italiana, come noto, da poco dimessosi.
L’operazione di per sé è assolutamente legittima e molto probabilmente sarà anche fruttuosa dal punto di vista economico ma i social, i molti sportivi e tifosi delle zebrette, insomma, il popolo friulveneziagiuliano sembra essersi scatenato in un coro di disappunto.
La prima considerazione che ai più è apparsa stridere, risiede nel fatto che l’Udinese domenica contro la Juventus è scesa in campo con un solo giocatore italiano fin dalla nascita e nemmeno corregionale: il portiere Silvestri! Se volessimo poi fare della facile ironia si potrebbe anche evidenziare che lo slogan “Io sono Friuli-Venezia-Giulia” sia di dubbia valenza dal punto di vista della lingua italiana e ben si addica, dunque, a chi parla poco l’italiano o addirittura non lo parla affatto!
Ma Tiremm innanz (Andiamo avanti...) come disse in dialetto milanese il patriota italiano Amatore Sciesa mentre, condannato a morte in un processo sommario, saliva al patibolo nel lontano 2 agosto del 1851.
La seconda riflessione che mi viene in mente è relativa al fatto che la Nazionale è patrimonio di tutti gli italiani e come tale va sostenuta, difesa, talvolta anche criticata per le scelte non condivisibili operate dai massimi vertici che la governano ma, vivaddio, è pur sempre nostra! Quindi, seppur friulano, udinese dalla nascita, non me la sento proprio di mettere sullo stesso piano Nazionale e Udinese Calcio.
Infatti, qui si parla di una società per azioni che deve attenzionare i propri bilanci e generare profitti da trasformare in dividendi per i propri azionisti dove i Pozzo rappresentano quelli di riferimento.
La domanda da rivolgere ai nostri amministratori regionali allora è la seguente: “L’Udinese Calcio è davvero in grado di rappresentare la nostra regione a qualsiasi livello in giro per il mondo? Questa SpA è capace di esprimere il meglio del nostro essere il popolo che siamo? Onesti lavoratori, un tempo, abbastanza recente, terra di forte emigrazione, custodi di tradizioni che si tramandano attraverso una storia lunga centinaia d’anni, terra di confine che ha visto e che ha saputo donare la vita di tanti patrioti che si sono sacrificati in difesa del suolo italico? Mi fermo qui, ce ne sarebbe ancora troppo da dire.
Associare nobili sentimenti al vil denaro è un qualcosa che ormai di solito passa inosservato ma di tanto in tanto si ode qualche rigurgito di disapprovazione e il sapore in bocca diventa amaro. Ed è questo che è successo e che ora tanto fa discutere.
Vediamo allora come poter recuperare un pizzico di credibilità.
Non si possono mai paragonare le tragedie perché le vittime non possono e non devono avere una quantificazione monetaria a meno che non si parli di diritto delle assicurazioni; era improponibile infatti associare i 15-17 milioni di morti causati dall’Olocausto con quelli di gran lunga maggiori perpetuati dai regimi comunisti sparsi nel mondo. Perché dico questo? Ma per dire che le reazioni alle ultime tragedie dovute ai cambiamenti climatici che si sono abbattute in Emilia, in Lombardia, in Piemonte e altrove in Italia sono state recepite e conseguentemente riportate dai media in maniera molto diversa da quella che abbiamo vissuto noi qui in Friuli Venezia Giulia. Per le altre popolazioni si sono mossi cantanti, il mondo dello spettacolo, presidenti che hanno devoluto incassi alle popolazioni colpite, da noi questo non è avvenuto o forse solo in maniera molto marginale. Eppure la disgrazia è stata davvero grande. Fatevi un giro a Mortegliano e dintorni, sembra essere passata la Wagner a cercare rifugiati ucraini! Ma potremmo anche parlare degli altri nubifragi con grandinate devastanti nell’isontino, nel Rojale e nella Tresemana.
Detto ciò, cari lettori, sportivi e tifosi a me pare corretto anche ricordare l’impegno sociale dell’Udinese che è una delle prime squadre in Italia ad avere creato un'associazione Onlus che si è prodigata a devolvere numerosi macchinari ospedalieri con cui creare nuovi reparti negli ospedali della regione. Non solo, l'associazione "Udinese per la Vita", nata nel 2004 da un'iniziativa di Giuliana Pozzo, moglie del patron Giampaolo, ha devoluto a suo tempo circa 600 mila euro alla ricerca scientifica e alla sanità. Nel 2009 furono organizzate alcune iniziative volte a raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) che, ricordate, aveva colpito anche l'ex-bianconero Stefano Borgonovo deceduto nel 2013 e per la quale durante una cena di gala furono raccolti oltre 80 mila euro, che vennero di seguito utilizzati per l'acquisto di attrezzature tecnologicamente avanzate destinate al Dipartimento di Medicina Riabilitativa dell'istituto "Gervasutta" di Udine, al fine di migliorare la vita dei malati di SLA.
O, infine, quando in tempi di Covid-19 come non ricordare il bel gesto dell'Udinese, che decise di far diventare l’allora Dacia Arena un hub vaccinale?
Ecco, a fronte di questo main sponsor a cui anch’io partecipo in qualità di contribuente regionale, io mi aspetterei dalla famiglia Pozzo qualcosa di coerentemente in linea con quanto appena ricordato e davvero molto apprezzato.
Allora sì “Io sono Friuli-Venezia-Giulia” non sarebbe solamente uno slogan pubblicitario da portare ator pal mont (in giro per il mondo), ma potrebbe configurarsi in una meravigliosa melodia di voci tratte direttamente da un bel coro composto proprio dalla famiglia stessa dei Pozzo.
Loris Garofalo
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