PIANETA CHIAVRIS - Fino: Allievi in crescita, bravo mister Patat
Il presidente dei grigioblù si sofferma con orgoglio sul gran momento dei suoi Under 17. Il numero uno della società, dall’alto della sua immensa esperienza, tuttavia snocciola anche alcuni macroscopici problemi che gravano sui settori giovanili

Nel girone udinese degli Under 17 Provinciali il Chiavris si sta ritagliando un ruolo da vero protagonista. Continua, infatti, la striscia positiva degli udinesi che, reduci da 5 vittorie consecutive, restano agganciati alle prime posizioni. Finora il cammino sta offrendo grandi soddisfazioni. Due sole le sconfitte maturate contro le corazzate Union ’91 e Cormonese che insieme al Cussignacco e forse anche alla Bujese vengono date per favorite per la conquista finale del titolo di Campione Provinciale. A parlarne, il presidente grigioblù Fernando Fino: “Finalmente, pian piano, stiamo crescendo. Gran parte dei meriti, giusto sottolinearlo, è di mister Patat che conosce bene il nostro ambiente e il nostro credo perché, non molto tempo fa, giocava con noi in prima squadra; a tutt’oggi sono tre anni che segue lo stesso gruppo. È questa una persona che definirei, senza timore di essere smentito, seria, coerente e costante, quando allena fa cose semplici cercando innanzitutto di impartire un’idea di gioco collettivo e privilegiando l’educazione e il comportamento, assolutamente in linea con i nostri principi. La squadra è formata da un gruppo piuttosto numeroso ma lui riesce a gestire magistralmente tutti. Un gruppo di ragazzi molto disciplinati, dal rendimento costante, bravi e sempre presenti agli allenamenti. Inoltre tra loro troviamo anche alcune individualità che, possiamo dire, facciano la differenza. Due su tutti, Gozzo e Tempo che hanno scelto di restare qui da noi nonostante le lusinghe di altre società”.
Quello della diaspora dei giocatori, come accaduto a Paravano, classe 2007, passato ad un altra società in estate, resta uno dei grandi problemi del mondo giovanile, riguardo il quale il presidente non usa mezzi termini: “In tutte le categorie, dai Pulcini agli Allievi, ci hanno sempre portato via molti giocatori e naturalmente, neanche a dirlo, i prescelti erano sempre i più bravi. Alcune società organizzano i cosiddetti “Open Day”, il cui l’obiettivo principale è quello di “catturare” i giocatori più validi delle altre compagini in barba all’etica sportiva e spesso anche alle norme, giocando sulla perdurante carenza di controlli da parte degli organi Federali che, se e quando agiscono, lo fanno a posteriori e solo se sollecitati da segnalazioni o denunce delle società turlupinate, ma mai li vediamo agire in modo autonomo! E questo mi porterebbe a dire cose indicibili ma è meglio che io mi taccia. Questi “raduni” vengono organizzati dopo il primo luglio, al termine della stagione e quando i tesseramenti non valgono, sono scaduti, non serve perciò alcun nulla osta ma, ahimè, vengono effettuati in assenza di assicurazioni e molto spesso sorvolando anche sulle certificazioni mediche! Ed è qui che dovrebbero intervenire gli organi di giustizia sportiva! Purtroppo durante questi “Open Day” i genitori vengono avvicinati e poi convinti a spostare i propri ragazzi presso le loro strutture. In definitiva stiamo parlando sostanzialmente di provini selvaggi, senza regole e alcuna tutela”.
È chiaro che servirebbero dei rimedi: “Ne parlo spesso, ma praticamente a vuoto! La Federazione non mi ascolta, fa orecchie da mercante. Vorrei inoltre aggiungere che, a parer mio, andrebbero stabiliti dei giusti indennizzi, anche per rientrare delle spese da sostenere per rifare le squadre. Ma vi voglio portare un altro esempio: in Francia alle società è tassativamente vietato inserire in lista più di 3 giocatori che l’anno precedente erano tesserati con altre squadre. Semplice, no? Per quanto mi riguarda nella situazione drammatica in cui versano i nostri settori giovanili bisognerebbe agire e non riempirsi la bocca con false demagogie, persino distorte”.
Poi, ci par di poter dire che se non hai squadre che competono a livello regionale tutto diventa molto più complesso e aleatorio e resti vittima di queste società, molto spregiudicate, che hanno gioco ancor più facile per accaparrarsi i migliori delle altre squadre, ma non uno o due, bensì gruppi interi: “Prendo ad esempio il Deportivo, che ha perso mezza squadra proprio per questo motivo; pensate, non aveva più i requisiti numerici e qualitativi per allestire una compagine ed allora ha mandato da me molti ragazzi, idem i Rangers, con i quali siamo legati da un ottimo rapporto. Naturalmente sono contento della considerazione che abbiamo, ma da sportivo non mi va affatto bene: quando “muore” una società, si perde la possibilità di far crescere adeguatamente tanti giovani. Ora al Chiavris abbiamo 48 Giovanissimi per due squadre, così come per gli Esordienti: da qualche mese sono costretto a rifiutare ragazzi che desidererebbero fare calcio da noi, devo dire loro che non posso accoglierli perché siamo già troppi. Voglio anche aggiungere che negli ultimi anni ci capita di dover sostenere lunghe trasferte andando a giocare a Tolmezzo, a Gemona, a Lignano, perché le squadre delle società limitrofe sono purtroppo in calo. La logica mi suggerirebbe di lavorare sui miei venti elementi che dovrebbero affrontare altri 20 a Tavagnacco o, che so, in Piazzale Cella, invece, ogni weekend, siamo costretti a mandare in tribuna dei ragazzi, a tenerne due in panchina senza poterli schierare in campo, ricordo che i cambi concessi sono 7, 20 in lista, 11 in campo e 2 non giocano. Questo mina la crescita sportiva dei giovani e ciò mi rattrista, mi addolora e mi inacidisce perché a me sembra ovvio che si impara giocando e non può mai essere sufficiente allenarsi e basta!”
Foto: sopra gli allievi di mister Patat, qui sotto il Presidente Fino con i "suoi" Giovanissimi.
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