GIRO D'ITALIA - Blitz di Vendrame a Sappada
Dopo 100 chilometri di fuga, 28 dei quali in solitaria, il corridore veneto si aggiudica la frazione friulana, partita da Mortegliano. Pogacar difende tranquillamente la maglia rosa in attesa del tappone di domani, che prevede la doppia ascesa al Monte Grappa

SAPPADA. Una tappa interamente friulana, partita da Mortegliano, la terza volta del Giro a Plodn (nel 1987, quella del famoso “tradimento” di Roche ai danni di Visentini, vinse l’olandese Van der Velde mentre, nel 2018, il successo andò a Simon Yates), la prima da quando la cittadina dei Fauner, Piller Cottrer e Vittozzi si è gettata tra le braccia del Friuli - Venezia Giulia attraverso un democratico referendun, è un colpaccio di Andrea Vendrame, 29enne portacolori della Decathlon-Ag2R. Il corridore di Conegliano, professionista da 7 stagioni, mette le basi per il trionfo - nonostante la pioggia - sulla Sella Valcalda (quando mancano circa 28km al traguardo, ma la fuga parte a 100 km da Sappada) mentre, alle sue spalle, un gruppetto composto da Alphaphilippe, Steinhauser, Pelayo Sanchez e Narvaez non trova la giusta chimica per gettarsi all’inseguimento dell’eroe di giornata, che conquista cosi il suo secondo alloro al Giro dopo la frazione di tre anni fa a Bagno di Romagna. Al traguardo, Vendrame, con un passato tormentato da uomo “fortunato” (nel 2016 fu investito da una macchina, rimediando una valanga di punti di sutura e 4 anni dopo rischiò l’incolumità, anche per essere stato colpito con un pugno da un automobilista...) precede di 55” Pelayo Sanchez e di 1’06” il tedesco Steinhauser. Si tratta del quinto successo italiano nella corsa rosa: si aggiunge ai tre sprint di Milan ed alla cronometro di Ganna.
Nessuna variazione, ovviamente, in classifica generale. “Sua Maestà” Pogacar si concede una giornata di semivacanza: pedala in scioltezza concedendosi ampi sorrisi, fora e rientra, aspetta cavallerescamente Thomas vittima di un problema meccanico e alla fine accusa (si fa per dire) 15’46” dal vincitore. Mantenendo comunque un comodo cuscinetto di 7’42” su Martinez e di 8’04” su Thomas in una classifica generale sempre sotto controllo. In attesa dell’ascesa di domani sul Grappa - penultimo segmento della corsa, prima della passerella di Roma - che i superstiti della carovana affronteranno due volte. Un extrasforzo di 184 chilometri (si parte da Alpago, nel bellunese), con 4200 metri di dislivello. Si ritorna sul monte sacro alla patria dieci anni dopo: nel 2014 si trattava di una cronoscalata e se l’aggiudicò (Giro compreso) Quintana.
SUCCESSO. Nonostante il venerdi lavorativo e un clima non proprio clemente, in particolare verso la zona montana, numerosissimi lungo il tracciato gli sportivi che hanno seguito la gara. Parecchi anche i tifosi sloveni i quali, dopo il trionfo di Roglic un anno fa sul Lussari, si stanno preparando a godere di nuovo grazie al dominatore di Komenda. Ottima anche la risposta di Sappada, che ha meritato la giusta ricompensa dopo i grandi sforzi organizzativi profusi.
Roberto Zanitti
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