MORUZZO - Metus: ripartiamo con entusiasmo, campionato tosto
Il presidente dei bianconeri presenta la nuova stagione dopo la bruciante retrocessione dell'anno passato. Si chiude la storica era Pirró, con l'arrivo di Lavia
Tra le tante realtà che saranno protagoniste della prossima stagione della nuova e riformata Seconda categoria, c’è il Moruzzo, reduce da una scottante retrocessione nell'annata appena passata.
“Dispiace per l’epilogo della scorsa stagione”, esordisce il presidente bianconero Massimo Metus. “Ritengo che le sei retrocessioni siano state una cosa ignobile; in un campionato normale ci saremmo salvati. Rimane questo rammarico, ma siamo pronti a ripartire”.
Si cambia in panchina con l’addio, dopo ben 9 anni e “una vita da calciatore”, di mister Andrea Pirró, sostituito da Alessandro Lavia: “Non è stato facile dirsi addio dopo tanto tempo. È stato strano ripartire con un nuovo staff, ma nel calcio e nella vita bisogna fare delle scelte. Mister Lavia arriva dalle giovanili dell’Union Martignacco e abbraccia la nostra identità”.
Rivoluzionata la rosa, per esigenze e opportunità: “Ci sono 10 elementi nuovi; abbiamo puntato sui giovani, con cui il tecnico è abituato a lavorare. I meccanismi sono perciò da oliare. Siamo ripartiti da poco e con calma, visto che il campionato inizierà tardi. Useremo la Coppa per trovare la quadra, in modo da farci trovare pronti per la prima giornata. Sul mercato, dico che se ci sarà un’occasione ulteriore, la coglieremo”.
Il girone B di Seconda Categoria non è un torneo da sottovalutare: “Sarà una stagione impegnativa, praticamente un campionato di Prima, dato che il livello si è alzato molto. Ci sono tante realtà molto attrezzate. Noi speriamo di divertirci e di trovare la giusta amalgama”.
Il presidente, dopo aver masticato il calcio per ben 15 anni da massimo dirigente, sottolinea anche la situazione sempre più grigia del movimento dilettantistico: “È un calcio che sta cambiando radicalmente. Si guarda solo al soldo e non ci sono più valori: una volta era tutto più bello, ora sono tutti mercenari. Fare squadra in categorie più basse diventa proibitivo; i rimborsi sono diventati veri e propri stipendi. Non so dove andremo a finire, probabilmente il calcio a questi livelli morirà. La burocrazia di certo non aiuta. Di questo passo stanno diminuendo sempre più i presidenti e i dirigenti e non c’è ricambio. Non vedo, insomma, un futuro roseo per tutto il movimento.”
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