IL LUTTO - Addio a Dalipagic, tiratore leggendario
E’ scomparso, a 73 anni, il formidabile giocatore bosniaco che giocò (oltre che con Partizan Belgrado e Real Madrid) per sette stagioni in Italia, due delle quali a Udine. Esordendo con 49 punti…Il record i 70 con la Reyer Venezia. In seguito allenò a Gorizia

Era destino, o forse no, che ci lasciasse lo stesso giorno (il 25 gennaio, ma di 38 anni fa) nel quale confezionò la più grande performance realizzativa in carriera: i 70 punti schiaffati alla Virtus Bologna (107 - 102 il punteggio) con la maglia della Giomo Venezia. Drazen Dalipagic, 197 centimetri, classe 1951, nato a Mostar (Bosnia Erzegovina), una delle leggende del basket, ci ha infatti lasciato oggi, dopo una lunga malattia. Passato alla storia anche come “Praja”, (dal cognome di uno stopper dall’ altezza considerevole della locale squadra di calcio, il mitico Velez), Dalipagic ha legato la sua carriera al Partizan Belgrado - club con il quale ha vinto due Coppe Korac – formando, assieme a Dragan Kicanovic (ora console serbo a Trieste) una delle coppie più temibili, sportivamente “odiate” e prolifiche del basket continentale (famosissimo il ritornello dei tifosi “grobari”: “Kicia i Praja pobeda bez kraja”, ovvero: Con Kicanovic e Dalipagic vittorie senza fine). Indossò la canotta della nazionale jugoslava per 243 volte, segnando 3700 punti. Proclamato miglior giocatore al mondiale filippino del 1978 (vinto dai “plavi”) e tre volte Mvp europeo, si mise al collo anche l’oro ai Giochi Olimpici di Mosca 1980, dopo l’argento di Montreal 1976 (senza scordare il bronzo a Los Angeles 1984). Nel suo palmares anche tre titoli continentali consecutivi (1973, 1975 e 1977). Transitato al Real Madrid, Praja ha poi riallacciato i rapporti con la pallacanestro italiana (avventura durata complessivamente 7 anni) a Udine (49 punti all’esordio contro Mestre…): prima con la Gedeco, letteralmente trascinata – assieme a James Hardy e ad una “sporca dozzina” priva di credito da parte da tutti gli addetti ai lavori - in serie A1 e poi con l’ Australian in un’ annata (l’ingaggio di Swen Nater fu decisamente mal digerito) culminata con l’ immediata retrocessione. Dal 1985 al 1988 tornò a Venezia (dove era già passato dal 1980 al 1981) per poi sposare Verona (1988/1989). L’ultima stagione la consumò alla Crvena Zvezda di Belgrado (1990/1991). Allenò poi a Gorizia dal 1992 al 1996, centrando la promozione dalla B alla A2. Inserito nella Naismith Hall of Fame nel 2004 e nella Fiba Hall of Fame nel 2007, Dalipagic, che amava parecchio il tennis , ha generato un figlio, Davorin, anch’ egli cestista. Non certo al livello del padre, uno dei più grandi realizzatori (che poi è la sostanza del basket: metterla dentro l’anello arancione) di tutto l’orbe terracqueo. (r.z.)
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