IL LIBRO - Galanda e "La mia vita a spicchi"
Presentata ieri sera al “Carnera” la pubblicazione del giocatore di basket, già capitano della Nazionale e argento Olimpico (ora consigliere federale Fip e impegnato nel sociale) che, proprio oggi, compie 50 anni. Uno spaccato di sport e di vita di un friulano doc che, però, non ha mai giocato a…Udine

“Quella sottile differenza tra essere e avere”. E’ un po' la chiave del libro scritto da Giacomo (per tutta la tribù dei canestri ormai solo Gek) Galanda, cestista udinese classe 1975 che proprio, oggi, compie 50 anni. Il titolo della pubblicazione è, invece, “La mia vita a spicchi” e rappresenta un concentrato dell’esistenza di un’ atleta che, pur baciato dal talento, ha saputo raggiungere grandi traguardi anche grazie all’abnegazione e all’etica lavorativa. Attraversando, come in ogni racconto umano, momenti di scoramento e crocevia fondamentali del proprio percorso.
Galanda è stato per anni uno dei pilastri - nonchè capitano - della Nazionale (con la quale, collezionando 215 presenze, ha vinto tutte e tre le medaglie europee, raggiungendo l’apice a Parigi 1999, più l’argento olimpico ad Atene 2004) mettendo assieme anche tre scudetti in altrettante piazze: Varese, Bologna (sponda Fortitudo) e Siena. Attualmente è consigliere federale della Fip mentre, da oltre un ventennio, scorazza lungo l’Italia con il “Gek Galanda Camp”, organizzando camp ed eventi destinati alla promozione del basket. Da ricordare inoltre che, dalla vendita dell’opera, Gek non percepirà nulla: il ricavato andrà infatti devoluto alla “Dinamo Camp”, fondazione che assicura programmi di terapia ricreativa ai minori affetti da patologie gravi o croniche, disturbi del neuro sviluppo o condizioni di disabilità.
Il libro è stato presentato ieri sera al palasport “Carnera”: nella serata - gestita da Francesca Spangaro e Luca Ursig di Telefriuli - Galanda era “assistito” da Bogdan Tanjevic, Sandro de Pol, Michele Mian, Michele Antonutti, Marco Sodini (il coach di Viareggio è dalle nostre parti per conto della Fip nell’ambito del progetto “Ogni regione conta”) e dal tecnico triestino Alessandro Guidi. Tutto bello, commovente, interessante (la storia non va mai ignorata) e coinvolgente: peccato che nessuno abbia gentilmente domandato a Giacomo perché, pur professandosi giustamente friulano doc (i genitori sono udinesi ed è cresciuto nelle giovanili dell’UBC), non abbia mai giocato - salvo una stagione, però soltanto nelle file della juniores dell’ allora Goccia di Carnia - per la squadra della propria città…(r.z.)
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