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Edizione provinciale di Udine


L'INTERVENTO - Montina, il Torre e il calcio ieri, oggi e domani

Trent'anni in rossoblù, la metà come presidente. E una marea di ricordi... "Il calcio di oggi? A dire il vero, non mi piace per niente..."

Sembra ieri quando per la prima volta ho messo piede come dirigente nello spogliatoio del Torre... correva l'anno 1995. Era fine Maggio, un momento triste per la società che faticava a trovare volontari e dirigenti. Nonostante tutto , come sempre, la squadra arrivava da buone stagioni di Terza categoria. Una Terza categoria che all' epoca era popolata di tante società di zona. Era un altro calcio, un calcio fatto di passione, di sacrificio, di volontari. Le società si finanziavano con le sagre, con i tornei e con l'incasso del chiosco. Il settore giovanile era un'isola felice per soli ragazzi, si giocava in zona con gli amici, si veniva allenati dall'ex giocatore del paese in pensione. Pochi facevano più di 5 km per andare a giocare, i più bravi andavano nelle società blasonate, gli altri restavano in loco. Alle partite un manipolo di appassionati e pochi genitori urlanti. I chioschi e i campi erano fatiscenti ma ricchi di passione, gioia e voglia di fare calcio.
Sono passati trenta anni da quei tempi, tante storie, tante avventure, tanta acqua sotto i ponti. Ogni tanto è bello fermarsi e guardare indietro. Riflettere su quello che si è fatto e su quello che siamo. Di trenta anni, quindici li ho passati da Presidente. Ne sono fiero perché abbiamo fatto tanto e di questo, a Campolongo e Tapogliano, c'è da essere orgogliosi. Il Torre è un baluardo del calcio. Va avanti con i suoi pensieri e la sua filosofia, fatta di passione e basta.
Errori? Tanti, ma solo chi non fa niente sbaglia. Rimpianti? pochi, forse tanta nostalgia di alcune persone che non giocano più, o di coloro che non ci sono più. 
Spesso penso ai calci di punizione di Digiusto e Braida, ai colpi di testa di Macuglia, alla grinta di Cossar, all'astuzia di Gregorat, alle parate di Cumin, alle geometrie di Menon, alla passione e dedizione di Colledan e Rodar, al metronomo Campo Dall'Orto, alle marcature del Tigre, ma potrei andare avanti all'infinito. Con loro porto sempre con me le persone che non ci sono più e che veramente mi mancano, Luca Tosorat su tutti, ma anche il Presidente Francesco Bearzotti, il Mio Presidente Folla, mister Barbana, il Pupi, Nino e tante persone eccezionali che conosco e che ho conosciuto.

Il calcio di oggi? A dire il vero non mi piace per niente. Non condivido quasi nulla, non capisco la logica che sta dietro, ma credo che sia il frutto e lo specchio del mondo di oggi. Protagonismo ed egoismo la fanno da padroni e quindi questo è il risultato. Ma da quello che vedo, penso che vada bene così. Venti anni fa avrei fatto una battaglia per cambiare delle regole che a mio avviso fanno più male che bene al calcio, ma oggi, passati i 50, non ne ho più voglia.
Un vecchio capo che avevo sul lavoro, diceva: "Co lo sforso supera el piaser se ora de molar....": per ora la soglia non è stata superata, ma il limite non è lontano. Spesso penso di voler mollare, ma poi qualcosa mi spinge a continuare. 
In questo preciso momento il motore principale viene dalla sfida intrapresa insieme al Visco sul settore giovanile. Questa cosa mi esalta, voglio che i genitori capiscano, che i ragazzi hanno prima di tutto bisogno di persone che trasmettano passione. Voglio che si costruiscano gli uomini di domani, non i campioni della domenica pomeriggio. Il nostro dovrà essere una società, dove prima di tutto si trasmettono i valori, non vogliamo fare selezioni, ma dare l'opportunità a tutti di giocare e fare parte di qualcosa di unico! W il calcio!

Emiliano Montina
(presidente Asd Torre)


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 06/06/2025
 

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