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Edizione provinciale di Udine


UDINESE - Delneri: "La qualità c'è, serve organizzazione"

Già al lavoro l’allenatore numero 31 dell’era Pozzo. “Garantisco impegno totale. Il 4 - 4 - 2 non è obbligatorio: a Bergamo giocavo con il 4 - 2- 3 -1. Dobbiamo sfruttare l’effetto - stadio, riconquistare i tifosi e rilanciare Fofana. Ali Adnan? Può diventare un grande esterno…”

 

Ecco l’allenatore  numero 31 dell’era Pozzo (alla media, quindi, di uno e rotti a campionato…), il quinto negli ultimi tre anni. A 22 (era il 1994) dall’ultimo friulano, Adriano Fedele - ora pungente (eufemismo) opinionista del canale societario - Gigi Delneri, 66 anni, da Aquileia, ha trovato posto sulla panchina bianconera. Se non ci saranno ulteriori scossoni, almeno fino a giugno: poi, magari (vista l’opzione in atto), per un’ulteriore stagione.

“Devo ringraziare l’Udinese di questa opportunità: da tanto tempo ci inseguivamo e il tempo è finalmente arrivato - attacca Delneri - rivesto il bianconero dopo aver giocato (dal 1978 al 1980, ndr) e il mio sarà un impegno totale nei confronti di una squadra che ha dei valori e di una società che aspetta di raggiungere un traguardo ben preciso. Spero che il sogno si protragga per lungo tempo.”

Per l’ennesima volta le capita di salire su un treno in corsa.
“Intanto volevo salutare Beppe Iachini, dirgli che mi dispiace e che gli auguro di rientrare presto. Ma si sa come vanno le cose nel nostro mondo: se vinci va tutto bene, se perdi paghi dazio. Porterò le mie idee che non sono “statiche”: saranno idee aperte, perché il calcio è fatto si di numeri ma soprattutto di organizzazione. Ed è quella alla quale io punto: da lì’ partiremo. Le strutture a disposizione sono di livello importante: sono rimasto a bocca aperta, poche società sono messe cosi bene.”

Si dice abbia vinto il ballottaggio con Reja: forse perché, a differenza del collega, ha ottenuto un contratto meno lungo?
“Con Edy siamo amici, il problema non sussiste. In ogni caso, nella mia carriera, ho sempre puntato su contratti annuali. Ho un senso meritocratico e devo essere sempre libero di decidere quello che voglio.”

Avrà la responsabilità di rigenerare l’amore di un pubblico deluso.
“La gente friulana riconosce il lavoro. E, per quanto mi riguarda, potranno muovermi qualsiasi appunto, ma non quello di non essermi applicato. Porto con me la mentalità di questa terra: la gente si aspetta il massimo ed ha in mente una persona con questa cultura”

La squadra ha qualità?
“Possiamo fare bene con i giocatori che abbiamo e far crescere qualcuno. Bisogna ottenere il massimo del rendimento da tutti. Ma  è necessario correre di più e giocare, appunto, di qualità”

Qual è il reparto ad abbisognare delle cure più approfondite?
“Tecnicamente, lo ripeto, siamo interessanti, credo nella specializzazione dei giocatori e vedere dove uno può rendere al meglio. La difesa sarà sempre a quattro, ma anche propositiva: secondo la mia filosofia hai bisogno di gente che sappia pure attaccare. Lavoreremo, comunque, su tutto quello che serve.

La babele nello spogliatoio ? Non è che manca lo zoccolo duro?
“Ma ora almeno un friulano c’è…Quanto alle diverse provenienze il problema può verificarsi anche con gli italiani: già se arrivano da varie regioni del nostro paese, non puoi avere lo stesso approccio. Li accomuna la passione per il calcio, quello si. Ognuno ha le sue caratteristiche: tutti si giocheranno il loro posticino, oltre a quello che porteremo sul campo,  ci servirà anche un po’ di…culo. Faremo il massimo, con senso logico e organizzazione, affinchè vada tutto per il meglio”

Da almeno tre anni tifosi aspettano un cambio di tendenza...
“Il rapporto con i supporters è importantissimo, l’abbinamento con la squadra fondamentale. Dovremo essere chiamati noi sotto la curva, perché ce lo saremo meritati…Anche a Verona, quando arrivai, c’era un po’ di maretta e scollamento. Però in campo, la squadra dava sempre il massimo: il tifoso friulano potrà essere un pochino emotivo, ma è soprattutto competente. Cercheremo di comunicare stimoli positivi: rischiando un po’ di più e andando oltre le prerogative difensive. Con tante soluzioni per fare gol”

Vedremo sempre il suo classico 4 - 4 – 2 ?
“Per quanto concerne la retroguardia sono d’accordo. Ma a Bergamo, ad esempio, adottavamo il 4 – 2 – 3  - 1: ciò che conta è l’equilibrio e l’organizzazione. Per difendere bene e sfruttare l‘ampiezza del campo.“

Tempo ce ne sarebbe, ma mancheranno nove nazionali…
“Dieci giorni sono metà ritiro. Spero di assemblare già una squadra dignitosa. La  Juve alla ripresa ? Sarà semplice, perchè pochi ti danno una chance. Vorrò vedere la mia formazione comportarsi nella maniera giusta. E, ogni tanto, passare la metà campo e avere coraggio. Il calcio è cambiato: il campo è grande, l’intensità dev’essere elevata”

Che idea si è fatto dei singoli?
“Per me sono tutte stelle, ma ognuno deve giocare per il compagno. Anche le stelle, o presunte tali, devono rimanere a disposizione del collettivo: poi c’è la stella tecnica, quella dinamica, di spogliatoio. Diciamo cosi: la stella è l’intero gruppo.”

Tra i giovani chi l’ha impressionata?
“Fofana più di tutti. E’ un ragazzo di struttura, ha grande passo e intensità. Pure Penaranda è interessante, Perica buono, ma Zapata, Kums, Danilo, Felipe ed Heurtaux sono esperti. Anche il mestiere serve.”

A Verona, fino alla sua cessione, ha gestito Hallfredsson.
“Tatticamente può tornare utile. E’ andato via perchè avevamo altre prerogative. Adesso ha dei problemi fisici ma, se meriterà di giocare, e questo vale per tutti, andrà in campo. Tenendo ben presente che le maglie sono undici”

Avremmo modo di vedere Balic?
“E’ giovane, con ottimo fisico, gli piace giocare fronte alla porta, ha un senso spiccato del gioco e del gol. E’ un atipico, come tanti altri compagni: penso a Kums, ad esempio, che in Belgio ha fatto 15 gol…Importante che abbiano voglia di fare le cose per bene: abituandosi ad un calcio tattico, più aggressivo, soffrendo.”

Obbiettivi?
“Arrivare più in alto possibile in classifica. E inserire i giovani in un contesto. Tecnicamente ci siamo: bisogna trovare fisicità, intensità e sicurezze di ruolo. Una fase importante è quella difensiva dove, uscendo, dobbiamo rischiare per fare male all’avversario”

Ali Adnan è da tempo sulla “griglia”…
“Per me ha la caratteristiche per diventare un grande esterno basso, perché possiede fisico e buon piede. Ma c’è pure Samir, che ho avuto a Verona. E devo verificare Angella”

Trentasei anni fa, quando lei giocava, c’era un altro stadio…
“Ricordo un Udinese – Cagliari con la gente sistemata sul tetto della tribuna: la squadra chiamava e la gente rispondeva. Impianti cosi non ce ne sono tanti: Torino e Udine. Dovrebbe fare la differenza ed stato fatto non solo per offrire comodità, ma anche perché dia stimoli importanti e venga sfruttato emotivamente”

Delneri: perchè ora si e non già nel 2014?
“Perchè due anni fa non esistevano le condizioni Ora, invece, si: perciò penso a lavorare e dare il massimo per questa squadra e questa società.”

“Ringrazio Iachini e il suo staff per quello che hanno fatto fino ad oggi e dò il benvenuto a Delneri – ha detto il presidente Soldati – è un friulano doc legato alla nostra terra, alla nostre radici. E’ stato un nostro giocatore: perciò gli va un caldo in bocca al lupo, abbiamo bisogno di lui” ”Quando le cose non vanno si deve fare qualcosa – aggiunge il ds Bonato – in uno stato di malessere generale abbiamo fatto le nostre valutazioni e deciso di dare una svolta fin da subito. Questa scelta è stata dettata dalla grande esperienza e carisma di Delneri, che conosce ambiente  e problematiche. Crediamo e speriamo che porterà risultati e bel gioco. Inoltre, la nostra volontà è quella di ripartire da uno zoccolo duro, salvarci tranquillamente, lavorare facendo crescere e valorizzare i giovani.”


 

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  Scritto da Roberto Zanitti il 04/10/2016
 

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