Isidoro Nosella è preoccupato: l'ex vulcanico presidente della Sanvitese, gestita per tanto tempo mettendoci il cuore, segue con attenzione quanto accade nel calcio regionale, con un occhio particolare puntato sulle vicende di quella serie D della quale è stato a lungo consigliere nazionale "prima che Tavecchio smantellasse il giocattolo e si prendesse tutto", ricorda un Nosella sempre combattivo.
Cosa possono o dovrebbero fare la Lega di D e la Federcalcio quanto si verificano situazioni del tipo di quelle che coinvolgono Sacile e Trieste?
"Di solito i controlli sono solo di tipo amministrativo. Per quel che riguarda altre rivendicazioni, sono i singoli tesserati a doversi muovere o a presentare istanze".
Ma la Figc svolge controlli preliminari sui precedenti, anche giudiziari, di chi diventa "proprietario" e presidente-dirigente di una società calcistica?
"Mi risulta che basti un'autocertificazione in cui si dichiara che non si hanno un certo tipo di pendenze, e si può essere eletti presidenti o dirigenti di club. Bisognerebbe magari chiedere delle verifiche, dei controlli mirati. Purtroppo, quando la serie D era gestita anche da noi presidenti di società, le cose avevano preso una piega diversa, tutto sommato migliore. Hanno in tutti i modi cercato di cacciarmi perché davo fastidio, non facevo parte del 'sistema'. Ma ricordo, tra le altre cose, che quando la D era indipendente, distribuivamo ogni anno contributi alle società: contributi in denaro e in materiale sportivo, ottenuti provando a risparmiare e cercando sponsorizzazioni. Oggi i dilettanti debbono solo tirare fuori soldi: e mi chiedo, mettendo nel conto anche la situazione economica generale, come facciamo a mantenere settori giovanili degni di questo nome".
Ce la farà la Sacilese a superare il momentaccio?
"Lo spero per il calcio regionale. Sono vicino a Gianpaolo Presotto e famiglia, spero che riescano ad attivare un gruppo di persone della zona e a rimettere in carreggiata i biancorossi. Hanno fatto tando per quella società!".
Nosella, la sentiamo battagliero e bello carico. Non è che sta pensando di ributtarsi in pista, magari competendo per uno scranno federale?
"Non le rispondo né di sì e neppure lo escluso. Vedrò cosa succederà da qui a qualche mese e se, magari, ci sarà modo di impegnarsi per agevolare un rinnovamento a livello di persone e per produrre un cambio di mentalità e di comportamenti. Ne abbiamo un gran bisogno".
Nosella, ma la regola dei fuoriquota obbligatori ha ancora un senso?
"Assolutamente sì, ma con qualche correttivo. Fosse per me copierei quello che si è tentato di fare in serie C attraverso gli incentivi economici da distribuire alle società che puntavano sui giovani, sul proprio settore giovanile". 

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