Il giorno dopo l'aria è dolce, la bocca sa di buono. A Torviscosa. Alle spalle c'è una domenica memorabile, nella quale i biancazzurri hanno piazzato il colpo di reni che ha affossato il sogno promozione di Lumignacco e Cjarlinsmuzane.
E adesso? Adesso al Torviscosa indugiano ancora sull'impresa di Lauzacco. Il mitico segretario Massimiliano Bazzoli, ad esempio, continua a vedere e rivedere nel cervello quei due lampi di bravura ed emozione che hanno proiettato in orbita la squadra di Carpin e condannato al quarto onorissimo posto quella di Birtig. Bazzoli racconta: "La partita è stata equilibrata, anche se ho avuto la sensazione che noi ne avessimo di più di benzina, che fossimo più brillanti dei padroni di casa. A determinare il risultato sono stati i due episodi chiave, ossia nel primo tempo l'incredibile parata con cui Nikolas Buso ha letteralmente tirato fuori dalla porta il colpo di testa di Lionetti, che pareva essere implacabilmente destinato a diventare gol. E nel finale la splendida discesa sulla destra di Sannino, con conseguente triangolazione e poi, appena dentro l'aria, la conclusione non perentoria, ma diabolica architettata dal nostro esterno a prendere in contropiede Peressini. Questi due istanti, queste due emozioni, hanno fatto la differenza".
Il Torviscosa non è appagato, vuole giocarsela, la D è una brutta bestia, ma i biancazzurri conoscono già le problematiche e le criticità che si porterebbe dietro il salto di categoria. Sì, hanno provato sulla loro pelle quanto sa essere micidiale la serie D. 
La rete dell'ex, l'ex Lumignacco Francesco Sannino ha aperto alla formazione di Nicola Carpin la via che porterà tra due domeniche al match d'andata contro la qualificata del girone A dell'Eccellenza della Lombardia. Il play-off da cui uscirà la sfidante dei friulani si disputerà sabato, sul terreno del fortissimo Legnano, che ospiterà l'Ardor Lazzate. Parliamo di due squadroni, ma come la storia insegna, gli squadroni (veri o presunti) si possono anche battere. 
Sì, il Torviscosa ci proverà e poi succeda quel che succeda, meglio se con un lieto fine simile a quello vissuto ieri da Buso e compagnia bella in una domenica pomeriggio da consegnare alla piccola grande storia del club della Bassa. 

Alessandro Maganza

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