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Edizione provinciale di Pordenone


IL PERSONAGGIO - Smarra: "A Vajont per incidere. Casarsa nel cuore"

Il forte attaccante arrivato a Dicembre dal Casarsa, vive un nuova avventura, dopo due interventi chirurgici. Su di lui poggiano le velleità dei gialloblù per provare ad inserirsi nella lotta promozione

 

Uno dei talenti più cristallini del calcio pordenonese è tornato a calcare con continuità i campi da gioco. Stiamo parlando di Elio Smarra 25 anni nuovo braccio armato del Vajont di Fabio Bressanutti. Arrivato a Dicembre dal Casarsa, dove non trovava uno spazio adeguato alla sua grande voglia di giocare, ha accettato la corte della dirigenza gialloblù. Due infortuni negli ultimi tre anni gli hanno reso la vita particolarmente difficile. Prima la rottura del crociato e poi i menischi del ginocchio destro. Operazioni e riabilitazione non l’hanno però distolto dalla voglia di tornare a divertirsi e divertire sui mantosi erbosi. Plasmato attaccante da Giuliano Gregolin, attule tecnico del Maniagolibero, che lo ha spostato da centrocampo dove aveva iniziato da giovane a farsi strada, con l’esordio in Serie D a soli 16 anni (stagione 2006/2007) con la maglia della Sanvitese contro la Virtus Vecomp, per passare poi agli Allievie Nazionali e alla Primavera dell’Udinese, e successivamente rivestire la maglia biancorossa dei fraticelli. Da li il passaggio al Casarsa, dove ha vissuto come in una seconda casa per sette lunghi anni, mettendo a segno quasi una sessantina di reti.
Smarra, come mai la decisione di accasarsi al Vajont, scendendodi categoria?
“Mi mancava giocare con continuità. A Casarsa per scelte tecniche trovavo poco spazio e di comune accordo con la società ho deciso di cambiare aria. Non senza qualche lacrima, perché a Casarsa lascio ricordi indelebili e rapporti umani importanti. La dirigenza gialloverde, dal ds Zavagno ad Ermes Spagnol e al tecnico Comisso, si sono rivelate persone a cui devo riconoscenza e rispetto e alle quali resterò sempre legato. Devo dire che avevo diverse opportunità, ma ho scelto Vajont, perché al primo colloquio, il presidente, l’allenatore e il ds, mi hanno colpito per la loro grande trasparenza e genuinità. Mi sono subito sentito a casa, in un ambiente sano, con un gruppo di compegni, che voglio elogiare, per avermi fatto sentire subito uno di loro. Una società dove tutti partecipano, dall'ex presidente alla moglie del presidente e allo stesso pres, una cosa difficile da vedere in giro”.
Domenica scorsa prima doppietta stagionale. Un bella partenza
“Questa era la mia quarta gara con la nuova maglia. Quando sono arrivato a dicembre, non avevo ancora il passo gara adeguato e ho fatto fatica a mettermi in moto. Domenica contro il Tagliamento, ho timbrato una doppietta, ma fisicamente non sono ancora al top della forma. Ho procurato il rigore, che avrei dovuto calciare io, ma ho lasciato il compito al compagno Fabio Rossi, che ha realizzato il 3-2. Sono contento per lui che ha vissuto un calvario causa alcuni infortuni.Mi manca nacora un 30% per essere il vero Smarra. Sono al servizio del mister e della squadra per centrare l’obiettivo di entrare nei playoff e magari provare a fare qualcosa in più, La classifica è molto corta può succedere di tutto, noi vogliamo essere pronti a qualsiasi passo falso degli altri. La squadra è forte e si basa su un gruppo fantastico e un allenatore che mi piace molto. Ci alleniamo divertendoci, usando molto la palla e questo mi aiuta molto”. 
Lei è considerato un top player per la categoria, come vive questo nomea?
“Certi appellativi bisogna guadagnarli sul campo, con fatica e sudore, ma soprattutto con l’aiuto dei compagni. Vorrei esserlo a fine stagione dopo aver contrinuito a qualcosa d’importante, ma ora sono un giocatore alla pari degli altri, con una maglia gialloblù vestita addosso con orgoglio”.
Come vede la lotta nel girone?
“Conosco bene tutte le realtà del campionato. Posso dire che il Codroipo è la squadra a mio avviso più attrezzata per il salto in Promozione. Ma i campionati si vincono sul campo e credo che possa succedere di tutto, magari si inserisce anche il Vajont. Ho già vinto il campionato di Prima con il Casarsa assieme al mio attualecompagno nonche’ portiere eccezionale Daneluzzi, mi piacerebbe riuscirci nuovamente”,
Lei ha avuto diversi allenatori di grido, quali ricorda con piacere?
“Dicono che il primo non si scorda mai e questo vale anche per me. Marco Cesaratto è stato il mio maestro al Vibate, dove ho iniziato a muovere i primi passi. Poi Eleuterio Falconieri alla Sanvitese mi ha messo in luce con gli allievi dove misi a segno 42 reti in una stagione. Il mitico Giuliano Gregolin, colui che mi ha creato da centrocampista esterno ad attaccante. E infine non posso non citare Ivan Comisso, tecnico preparato e grande motivatore, con il quale a Casarsa ho vissuto stagioni indimenticabili”.
E ora Bressanutti…
“Il mister mi aveva colpito al primo impatto e mi ha continuato a colpire per la sua grande capacità di rendere gli allenamenti fluidi e divertenti. Nelle due orette che ci alleniamo il pallone è al centro di tutto il lavoro. Tempo che vola velocemente un aspetto che personalmente mi piace. Anche lui un grande motivatore”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da Gianpaolo Leonardi il 18/01/2017
 

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