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Edizione provinciale di Trieste


CHIARBOLA - Campaner: addio sofferto, cerco una società ambiziosa

L'ex tecnico biancazzurro saluta dopo due anni e fa i suoi ringraziamenti: "C'è gente che ha reso Chiarbola un posto speciale. Chi è all'interno dell'ambiente ha capito la mia decisione, nel calcio funziona così" E sul futuro: "Vivo di calcio, sono ossessionato. Ho bisogno di sentire l'energia giusta, un po' di tensione positiva"

Mario Campaner non sarà più l'allenatore del Chiarbola Ponziana. Il tecnico di Motta di Livenza compie un addio che non avrebbe voluto, ma che a suo dire si è reso inevitabile per alcune dinamiche che non ci è dato sapere. Sul suo cammino ora ci sono tante possibilità e non preclude a prescindere nessuna delle offerte che arriveranno, a patto che siano da parte di società ambiziosa e che gli diano i giusti stimoli.

Buongiorno mister, ci confermi che non allenerai il Chiarbola Ponziana nella prossima stagione?
"Confermo. E' stata una decisione molto sofferta, martedì mattina ho comunicato le mie dimissioni. La sensazione è che questo gruppo sia attrezzato e che abbia ancora molti colpi in canna, mi mancheranno i nostri momenti di trance agonistica, le nostre vittorie sputando sangue, la passione incondizionata di questi ragazzi".

Vuoi fare i ringraziamenti del caso?
"Certo. In primis tutti i giocatori, in particolare quei ragazzi che magari hanno giocato poco ma che si sono allenati con impegno e che hanno partecipato alla vita di squadra. Poi tutti i miei collaboratori: Tropea, Bernabich, Covacich, Pezzullo e Secci. Parlo senza modestia ma credo che quest'anno avessimo uno dei migliori staff della regione, pur con tutti i nostri limiti e con le nostre difficoltà. Poi ci sono tutte le persone che rendono Chiarbola un posto speciale: Veronica, Robi Perossa, la compagnia dei nostri ultras “over” Toni, Ermanno ed Edvino. Infine il Presidente Nordici e il mio grande amico nonché DS Andrea D'Agnolo, senza di loro non avrei mai avuto un occasione di questo tipo e penso di averli aiutati anche io a far crescere lo status della società. Vorrei citare tanti giocatori per nome. Detesto i sentimentalismi ma abbiamo creato qualcosa di speciale".

E allora perchè finirlo?
"Chi deve conoscere le motivazioni saprà. Nel calcio funziona così".

Cosa ti riserva il futuro?
"Un secondogenito a breve. E poi vaccinazioni, tamponi e tanto lavoro. C'è una pandemia in atto, non se ne può più".

E per quanto riguarda l'ambito calcistico?
"Ho bisogno di sentire l'ambizione giusta da parte di una società. Io vivo di calcio, sono ossessionato. Però ho bisogno di percepire l'energia giusta, di quella benedetta tensione. A Trieste, Pordenone, Udine o Gorizia, non ho preferenze. Io per lavoro percorro quotidianamente la regione in lungo e in largo. Ho una casa a Pordenone e una a Trieste. Se arriva la proposta giusta mi organizzo".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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  Scritto da La Redazione il 09/05/2021
 

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